Che cosa ci facevano Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti a mangiare la pizza insieme nel ristorante Da Michele a Roma? È quello che in queste ore si stanno chiedendo tutti i commentatori politici. L’incontro sulla via Flaminia tra i due ministri di M5S e Lega avviene nella serata di martedì 2 novembre. Ma lo scatto che li ritrae insieme fa discutere. Nelle stesse ore, infatti, Giorgetti si trova sotto il fuoco di fila dei suoi compagni di partito a causa delle dichiarazioni di fuoco rilasciate a Bruno Vespa dal ministro. Ma anche Di Maio non risparmia critiche a Salvini durante Dimartedì. Per questo alcuni credono che dietro la pizza ci sia un tentativo di favorire Mario Draghi.
La pizza mangiata faccia a faccia da Di Maio e Giorgetti al ristorante Da Michele sulla romana via Flaminia sta dando il via ad una lunga serie di retroscena. A far discutere, e preoccupare soprattutto i leghisti, è un possibile asse tra i due ministri in favore di Mario Draghi. Sul ministro dello Sviluppo economico pesano le troppe dichiarazioni contro il suo leader Salvini.
Dalle anticipazioni dell’ultimo libro di Bruno Vespa emerge infatti come Giorgetti si stia spendendo per favorire l’elezione di Draghi al Quirinale per dare così vita, afferma lui stesso, ad una sorta di “presidenzialismo de facto”. Sotto accusa anche il suo pressante invito al segretario del Carroccio a scegliere al più presto da che parte schierarsi in Europa: o con i sovranisti o con i popolari.
“Salvini, come Renzi, è inaffidabile. Sono la faccia della stessa medaglia. Ovvero l’inaffidabilità. – attacca invece Di Maio durante Dimartedì – È chiaro a tutti che Salvini abbia dimostrato la sua inaffidabilità. E se ne stanno anche accorgendo nella Lega e nel centrodestra. Quando parla di elezioni anticipate, il suo calcolo è questo: è preoccupato del fatto che Fratelli d’Italia possa essere la prima forza politica del Paese. E che quindi la Meloni diventi premier in caso di vittoria del centrodestra. E allora Salvini che cosa fa? Prova a staccare prima. Per evitare che quel partito cresca troppo”.
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