Durante la cena al ristorante romano Da Michele, Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti non avrebbero parlato affatto di quanto è buona la pizza, come ha dichiarato il ministro degli Esteri. L’argomento principale della loro discussione pare sia stata invece l’elezione del prossimo presidente della Repubblica. A informare di questo non trascurabile dettaglio è il quotidiano La Stampa, con un retroscena firmato da Ilario Lombardo. Il pentastellato e il leghista avrebbero fatto anche due nomi per il Quirinale. Uno per il piano A e l’altro per il piano B. Un patto della pizza insomma.
Il ministro degli Esteri e quello dello Sviluppo economico avrebbero fatto un calcolo su chi potrebbe davvero farcela ad essere eletto al Colle. A preoccuparli è la situazione frammentata di quasi tutti i gruppi parlamentari che potrebbero rivelarsi incontrollabili al momento dell’apertura delle urne quirinalizie. Dimostrazione plastica di questo caos parlamentare è stato il voto segreto che ha segnato la fine del Ddl Zan. Per questo i due esponenti politici di peso starebbero mettendo a punto la loro strategia comune.
Il candidato ideale, almeno stando a sondaggi e dichiarazioni, sarebbe l’attuale premier Mario Draghi. Ma, a conti fatti, in molti vorrebbero che rimanesse a Palazzo Chigi per guidare il Paese in questo difficile momento. Mentre altri temono semplicemente che, una volta finito Draghi al Quirinale, non si troverebbe più l’accordo sul nuovo premier. Con il rischio di andare ad elezioni anticipate e perdere il diritto alla pensione che maturerebbe per molti parlamentari alla prima legislatura da settembre prossimo.
Per questo Di Maio e Giorgetti avrebbero stretto il cosiddetto patto della pizza. Allo scopo, si legge sulla Stampa, di “garantire la stabilità”. Un patto della pizza che prevederebbe un piano principale e uno di riserva. L’idea più gettonata è quella di chiedere il bis a Sergio Mattarella, almeno fino alla fine naturale della legislatura nel 2023. In alternativa, la scelta dei due ministri ricadrebbe su Giuliano Amato, ex premier nel 1992 e già candidato al Colle nel 2015.
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