Maria Rita Gismondo rischia di finire al centro di una bufera mediatica dopo le sue dichiarazioni rilasciate in diretta tv. Il direttore del laboratorio di Microbiologia dell’Ospedale Sacco di Milano è ospite di Veronica Gentili a Controcorrente nella serata di domenica 21 novembre. Sollecitata ad offrire il suo parere sulla situazione della pandemia in Italia, la Gismondo parte subito all’attacco dichiarando che i No vax “non sono l’unico problema”. Ma la dottoressa dimostra anche la sua netta avversione contro quello che bolla come “fanatismo dei vaccini”. La dottoressa denuncia anche di essere stata “crocifissa” per aver parlato della “mancanza di terapie” contro il Covid.
“Vorrei dare assolutamente un parere scientifico che non deve essere tradotto in politica. – dichiara Maria Rita Gismondo a Controcorrente – Noi da virologi possiamo solamente dare dei consigli scientifici. Poi alcune cose che potrebbero andare dal punto di vista virologico non è detto che poi politicamente possano essere delle scelte giuste. Tornando alla vaccinazione – prosegue la virologa – noi abbiamo raggiunto un traguardo insperato di vaccinazione. Certamente i No vax sono un problema, ma non sono solamente l’unico problema”.
“Noi abbiamo avuto delle gravi carenze. Io più volte ho parlato della mancanza di terapie. In tutto questo periodo parlare di terapia è stato qualcosa di impossibile. – denuncia poi la Gismondo – Chi ne ha parlato come me, auspicando che si autorizzassero terapie, è stata veramente crocifissa. Siamo vissuti in un fanatismo dei vaccini, che sono utili, hanno salvato vite. Pare che si siano evitati 12mila decessi ed è giusto che ci si vaccini. Ma (c’è stata) una errata comunicazione innanzitutto, facendoli vedere come sicuri al 100%, nessun effetto collaterale, funzioneranno e ci faranno uscire. Ha dato poi una serie di delusioni perché è un virus che muta e quindi possiamo avere delle varianti”.
Ma non è tutto perché, secondo la Gismondo, “abbiamo visto che i vaccini non sono il toccasana definitivo che noi auspicavamo. Ma per i limiti stessi del virus. Quindi, quello che avremmo dovuto fare è non aspettare, ad esempio, che i monoclonali fossero rifiutati due volte da Aifa prima di essere autorizzati. E dopo si è dovuta muovere tutta la comunità scientifica per mettere l’Aifa nella necessità di accettarli. Lei sa che sei milioni di dosi di monoclonali andavano in scadenza e le abbiamo regalate alla Bulgaria anziché utilizzarle sui nostri pazienti? Quante vite avremmo potuto salvare”, domanda polemicamente alla conduttrice prima di concludere il suo intervento.
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