Uno scontro social che sta durando da ore e che non accenna a placarsi. Protagonisti sono il deputato della Lega, Claudio Borghi, e il virologo Roberto Burioni. I due si scambiano accuse reciproche e pesantissime su Twitter. A dare il via al botta e risposta è stato il leghista che ha accusato il medico di diffondere notizie sbagliate sul Covid in diretta televisiva durante la trasmissione di Fabio Fazio, Che tempo che fa. Naturalmente Burioni non ci sta e ribatte colpo su colpo a modo suo, senza peli sulla lingua.
“Si, ma se Burioni, ospite in tv, dice cose che sono negate dalla più recente ricerca è una sua opinione. Può sempre dire che lui segue altri studi. Diverso è se la trasmissione stessa che presenta come veri dei dati falsi”. Con questo tweet Claudio Borghi dà il via alla battaglia social con Burioni. Il deputato allega uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature in cui si attesterebbe che i guariti dal Covid non andrebbero vaccinati perché i loro anticorpi durerebbero tra un anno e mezzo e due. Non solo sei mesi come dichiarato dal professore a Che tempo che fa.
“Borghi deve ringraziare solo di non essere (e non essere stato) un mio studente. Non si illuda di potere discutere di virologia con me. Se vuole, io spiego, lui ascolta e poi ringrazia. Oppure continua nella sua totale ignoranza. Contento lui, contenti tutti”, è la replica stizzita di Burioni. “Forse non ha capito. – insiste però il leghista – Io sono un Deputato della Repubblica e lei è un ricercatore di non eccelso successo accademico. È lei che deve convincere me, non il contrario”.
“Lei non ha capito. Non so quale sia il suo lavoro. Il mio, da professore universitario, è quello di decidere se una persona sa o non sa la virologia, e se non la sa bocciarla. Lei non la sa (non l’ha studiata) ed è bocciato. La scienza non è democratica. Studi e torni a settembre”, lo bacchetta però Burioni. Ma Borghi attacca anche sul vaccino ai bambini. “Fidatevi. – twitta ancora il leghista – Del resto siamo gli stessi che dicevano che con due dosi era finita, che il monodose si chiamava così perché ne bastava una. Che Astrazeneca era sicuro, poi però non andava bene per gli anziani, poi per i giovani, poi non andava bene e basta. Fidatevi e portate i bimbi”.
Ma il medico lo sgrida di nuovo: “Borghi diffonde irresponsabilmente ingiustificate paure mettendo in pericolo la salute dei cittadini. Libertà di opinione non è gridare ‘c’è una bomba!’ in uno stadio affollato. Borghi lo sta facendo. Vi dice di non fidarvi della scienza perché la scienza non sa predire il futuro”.
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