Si scalda la discussione sul vaccino ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. Massimo Fedriga decide infatti di rompere il fronte fin qui compatto della Lega, contrario alla vaccinazione dei più piccoli contro il Covid. Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, il governatore del Friuli Venezia Giulia dichiara infatti di essere disposto a vaccinare il prima possibile il figlio di 7 anni. L’esatto opposto di quanto sostenuto fino a qui dal suo segretario Matteo Salvini. Intanto, il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, informando che la decisione dell’Ema sul tema potrebbe arrivare nelle prossime ore, fa sapere che “non si può escludere” l’obbligo vaccinale anche per i bambini.
“Dobbiamo affidarci alla scienza. – dichiara Fedriga a Porta a Porta il 23 novembre – Mi sembra anche che la sperimentazione fatta sugli under 11 abbia dato dei risultati molto buoni sulla protezione e ottimi contro gli effetti avversi. Quindi consiglio di vaccinare i bambini. Quando ci sarà la possibilità, con mia moglie vaccineremo mio figlio che ha 7 anni. Il più piccolo ne ha 4 e non potrebbe”, precisa il governatore friulano.
Fedriga ha però aggiunto di essere d’accordo sul fatto di non introdurre l’obbligo vaccinale per i più piccoli. L’unico punto sul quale sembra seguire la linea adottata fino a qui dal Carroccio. Il segretario Salvini, infatti, si è detto più volte scettico sull’intenzione di vaccinare contro il Covid anche i bambini tra i 5 e gli 11 anni.
Una raccomandazione diametralmente opposta a quella del leader leghista arriva però da Giorgio Palù. Sul vaccino per la fascia dei bambini 5-11 anni “l’Ema potrebbe anticipare una decisione già tra oggi e domani”, fa sapere il presidente dell’Aifa. E la vaccinazione potrebbe poi partire in Italia già da lunedì prossimo. “I dati dell’epidemia ci stanno dicendo che la categoria 5-11 anni è quella che presenta il maggior numero di casi incidenti. – spiega Palù – Per decidere sull’obbligo vaccinale vanno soppesati i rischi e i benefici. Ma il quadro sta cambiando e anche i bambini sono ricoverati e non hanno patologie concomitanti. Il rischio dell’infezione sta diventando molto superiore al rischio del vaccino che negli studi non esiste. Quindi l’obbligo del vaccino anti-Covid per la fascia 5-11 anni non si può escludere ed è una valutazione che verrà fatta progressivamente”.
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