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Gli italiani e i tatuaggi: facciamo il punto

Gli italiani amano i tatuaggi. Complice anche la moda, le più colpite dalla tattoo mania sono le donne che risiedono nel Nord Italia comprese nella fascia di età che va dai 35 ai 44 anni . Le zone del corpo che preferiscono tatuarsi sono la schiena, i piedi e le caviglie (optando spesso per tatuaggi con scritte) mentre gli uomini privilegiano le braccia, le gambe e le spalle. E’ quanto emerge dallo studio commissionato due anni fa dall’Istituto Superiore della Sanità all’Istituto di ricerche e analisi di mercato IPR Marketing che resta, ad oggi, l’indagine più attuale per tracciare una mappa degli usi e costumi italiani in materia.


Incrociando i dati emersi dal campione preso come rappresentativo (8.000 persone dai 12 anni in su) scopriamo il primo tatuaggio  viene fatto intorno ai 25 anni mentre la quota dei minorenni tatuati si aggira intorno al 7,7% . L’indagine ha fatto il punto anche sui luoghi scelti per farsi tatuare:  ben il 76,1%  del campione si è affidata ad un centro specializzato, un 9,1% lo ha fatto presso un centro estetico, mentre un buon 14,8% si è fatto tatuare fuori da uno studio autorizzato, mettendo così a repentaglio la propria salute.
Se per legge è necessario firmare un consenso informato prima di tatuarsi (se minorenni c’è l’obbligo di farlo firmare dai genitori), dall’indagine emerge che il 22% dei centri autorizzati invece non ha richiesto la firma sul consenso. E’ molto importante conoscere le ‘istruzioni per l’uso’, i rischi e i pericoli a cui si può andare incontro facendosi tatuare, come spiega Alberto Renzoni, esperto dell’Istituto Superiore di Sanità che ha commissionato lo studio: “il tatuaggio è l’introduzione intradermica di pigmenti che entrano a contatto con il nostro organismo per sempre e possono comportare rischi e, non raramente, anche reazioni avverse,  per questo è fondamentale rivolgersi ai centri autorizzati, con tatuatori formati che rispettino quanto prescritto dal Ministero della Salute”. Qui il link a Tatuatori.it  per sapere cosa dice la legge.

 

 Il giro di affari

Quantificare il business dei tatuaggi non è semplice, dal momento che è sempre in crescita il numero di persone che si affida a centri non autorizzati, i cosiddetti ‘tatuatori in casa’, per risparmiare sul costo del lavoro. Prendendo in considerazione soltanto i centri autorizzati, l’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza, stimava il giro di affari nel 2009 già intorno agli 80 milioni di euro e, considerando che il numero di imprese di tatuaggi e piercing è cresciuto in Italia nel 2015 del 10% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (dati della Confederazione Nazionale degli Artigiani), appare chiaro come si tratti di un settore in espansione.

Quanto costa un tatuaggio?

Per stabilire il costo di un tatuaggio è necessario tener conto di diverse variabili: la dimensione, il numero dei colori utilizzati, la complessità del disegno. Più grandi, dettagliati e colorati sono più tempo necessitano per essere realizzati e più costano. tatuaggiIl prezzo di un tatuaggio viene quindi stabilito in base alla complessità del soggetto e al numero di sedute e di ore necessarie per realizzarlo. Tatuaggi semplici e monocolore costano, in un centro autorizzato, a partire dai 70-80 euro. Tatuaggi effetto 3D, molto colorati e definiti, in zone ampie (come ad esempio una schiena) possono arrivare a costare migliaia di euro, dipende molto dalla fama dell’artista che lo esegue.
Farsi tatuare da un artista riconosciuto è garanzia di portare incisa sulla pelle un’opera d’arte e minimizza il rischio di risultati indesiderati, che sarebbe molto costoso e doloroso cancellare con il laser o trasformare con un ‘cover up’ (nuovo tatuaggio che va a coprire un tatuaggio indesiderato).
Va detto che i tatuatori italiani in media sono molto bravi: dai dati dell’indagine dell’Istituto Superiore della Sanità il 92,2% dei tatuati italiani è soddisfatta del risultato ottenuto e pare molto ridotta invece la percentuale di chi ha intenzione di rimuoverlo.

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