Un viaggio praticamente a vuoto, quello compiuto da Stefano Puzzer e alcuni suoi compagni alla sede dell’Onu di Ginevra, in Svizzera. Ad annunciarlo è stato lo stesso ex leader dei portuali di Trieste, ora fondatore del movimento ‘La gente come noi’. Era noto da tempo che Puzzer avesse l’intenzione di consegnare diverse denunce contro il governo italiano ai funzionari delle Nazioni Unite, per la gestione secondo lui illegale dell’emergenza legata alla pandemia di Covid. Peccato che Puzzer sia costretto a riversare tutta la sua amarezza in un video postato sui social.
Un viaggio da tempo annunciato, quello di Stefano Puzzer a Ginevra. “Come promesso siamo qui davanti al palazzo dell’Onu. Adesso porteremo tutti i documenti per la nostra denuncia. – così Puzzer in un primo video pubblicato il 30 novembre – Per il fatto che la nostra Costituzione non viene rispettata. Oggi scopriremo se l’Onu è dalla nostra parte e se è dalla parte dei diritti umani. Io non sono un martire. Credo nel rispetto dei diritti”.
Ma passano solo poche ore e la delusione del portuale triestino si fa tangibile. “Mi vedete diverso. Sono tra l’incazzato e l’ancora più determinato. – si sfoga Puzzer in un altro video – Però oggi ho capito una cosa importante, almeno per me e per la mia famiglia e per coloro che stanno lottando tutti insieme contro tutta questa schifezza. Eravamo davanti all’Onu. Siamo andati nell’ufficio dove avevamo l’accredito. Ci hanno detto che il forum a cui dovevamo partecipare era stato spostato su remoto. Noi ci siamo subito mossi con gli avvocati e forniremo le richieste che abbiamo fatto”, racconta.
“Dopodiché è iniziato un giro di cinque palazzi, dove ogni volta qualche funzionario ci diceva dove andare a protocollare le carte. – prosegue Stefano Puzzer – Uno di questi ci ha dato un appuntamento alle 15 e ci ha fatto capire quello che non avrei mai creduto. Questa organizzazione è una scatola vuota. Nel senso che non si occupa di questi problemi. In cinque palazzi non è stato possibile protocollare nulla. Per fortuna abbiamo le prove che le mail le avevamo già mandate”, conclude deluso.
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