Mancano meno di due mesi all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Le varie forze politiche si stanno posizionando e le schermaglie sono iniziate già da tempo. In questo quadro di incertezza, il nome del favorito alla successione di Sergio Mattarella resta sempre quello dell’attuale premier Mario Draghi. In questo senso vanno anche le recenti dichiarazioni di Luigi Di Maio che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe prospettato una staffetta a Palazzo Chigi tra Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco. Contro questa ipotesi si muove però il ‘partito di Mattarella’ che vorrebbe un bis al Quirinale del presidente, con Draghi inchiodato alla poltrona di Palazzo Chigi.
Le parole ‘rubate’ dal quotidiano Repubblica al ministro degli Esteri Di Maio durante un incontro con altri diplomatici, hanno messo in allarme il Parlamento. L’ex capo politico del M5S ha infatti prospettato una possibile staffetta alla presidenza del Consiglio tra Draghi e il suo fedelissimo Franco, con il primo dirottato al Quirinale. Sull’ipotesi di Draghi successore di Mattarella convergono anche diversi ministri, tra cui i forzisti Renato Brunetta, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini. Ma anche il leghista Giancarlo Giorgetti la pensa così.
Chi invece preferirebbe che Draghi restasse a fare il premier fino alla fine della legislatura nel 2023 è il Pd. Sempre secondo Repubblica, la stragrande maggioranza del partito vorrebbe che il premier rimanesse inchiodato lì dov’è, lasciando spazio ad un Mattarella bis. Anche se il presidente della Repubblica ha più volte sottolineato di non volerne sapere proprio.
“Credo che dopo l’elezione del Quirinale la legislatura debba continuare. Sarebbe irrazionale interrompere questo processo”, taglia corto Dario Franceschini. Intanto, i senatori Dem, Luigi Zanda e Gianclaudio Bressa, depositano un disegno di legge costituzionale che modifica gli articoli 85 e 88 della Costituzione e vieta la rieleggibilità del presidente della Repubblica. Una mossa, spiegano, utile proprio a favorire il bis di Mattarella, visto che la nuova legge non entrerebbe in vigore prima della fine del 2022.
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