Il toto Quirinale è partito già da mesi. Il favorito per la successione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica resta sempre Mario Draghi. Ma non è affatto detto che l’attuale presidente del Consiglio riesca a spuntarla, visti i veti incrociati delle forze politiche e il possibile sgambetto dei franchi tiratori nel voto segreto. Quasi tutti i leader dei partiti si sono comunque espressi in favore della permanenza di Draghi a Palazzo Chigi. Unico modo per arrivare alla fine della legislatura nel 2023, secondo loro. Ma il premier potrebbe non accettare di finire nel tritacarne di una lunghissima campagna elettorale. Per questo punterebbe forte al Colle, lasciando il suo posto al ministro della Giustizia Marta Cartabia.
Non è certo nuova l’ipotesi che Mario Draghi possa trasferirsi al Quirinale, lasciando ad un suo fedelissimo la guida del governo. Ne aveva già parlato nei giorni scorsi il quotidiano Repubblica, riportando le presunte rivelazioni del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sul possibile arrivo a Palazzo Chigi del ministro dell’Economia Massimo Franco, descritto come molto vicino all’ex governatore della Bce. Ma sul piatto dei possibili sostituti di Draghi spunta ora il nome di Marta Cartabia.
È sempre il quotidiano romano a tirare fuori questo retroscena. Molti sono infatti convinti che, con il trasferimento di Draghi al Quirinale, nessuno riuscirebbe a tenere unita una maggioranza così larga e litigiosa come quella che appoggia il governo presieduto dall’ex banchiere. Forse, questa l’ipotesi di Repubblica, l’unico nome adatto potrebbe essere quello della Cartabia. Secondo alcuni, la ex giudice della Corte Costituzionale rappresenterebbe il profilo ideale per fare da staffetta a Draghi. E, inoltre, sarebbe la prima donna premier nella storia repubblicana italiana.
Sulla sua strada verso Palazzo Chigi si intromettono però i partiti sovranisti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. “Il leghista non sembra intenzionato a restare al governo, soprattutto in caso di ascesa dell’ex banchiere al Quirinale. – si legge infatti su Repubblica – Può Cartabia sostenere questa sfida? E soprattutto: accetterebbe Silvio Berlusconi di frantumare il centrodestra, in nome di una scommessa non priva di incognite?”.
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