Quando sembrava che ormai il caso di Greta Beccaglia stesse per sgonfiarsi, ecco che Massimo Giletti decide di invitare a Non è l’Arena la vittima della molestia sessuale avvenuta dopo la partita Empoli-Fiorentina. In studio insieme a lei c’è anche Vittorio Sgarbi che ribadisce come secondo lui in quell’occasione non c’è stata una vera violenza. Il critico d’arte punta però il dito contro Roberto Benigni, ricordando l’episodio del 19 ottobre 1991 quando, durante una puntata di Fantastico, il comico saltò scherzosamente addosso a Raffaella Carrà chiamandola “patonza”.
“Questa è una battaglia contro un livello culturale becero, quasi fossimo rimasti agli anni ‘50. Però oggi se ne discute”, si indigna Giletti paragonando quanto accadeva qualche decennio fa rispetto ad oggi quando, su questi argomenti, “almeno c’è una presa di posizione”. “Non parlerei di anni ‘50 perché io ho semplicemente circoscritto il reale seguendo la sentenza della Cassazione del 2016 che parla di ‘toccata isolata e repentina’ quale quella che io ho visto”, tiene però il punto Sgarbi.
“Le donne hanno ottenuto un risarcimento dalla legge che dà loro un diritto aumentato rispetto ai maschi. La toccata di pa… che mi fa un omosessuale mi induce, rispetto alla sua condizione, a non denunciarlo. Però io l’ho patita decine di volte”, insiste Sgarbi precisando però di non voler paragonarsi a nessuno. “Ricordate la frase ‘passerottina fammela vedere?’ – ecco l’attacco a Benigni – Tale Roberto Benigni, modello per molti tifosi. Era il 1991, ha aggredito Raffaella Carrà, l’ha rivoltata come un oggetto. Le ha detto ‘patonza’ e qualunque cosa. L’ha toccata da ogni parte. Le ha fatto qualunque cosa ma tutti a ridere”, accusa il critico d’arte.
“Se tu mandi in giro un falso comico che diventa modello per gli italiani a dire ‘passerottina fammela vedere’, è chiaro che questi idioti sono allievi di Benigni. Quindi condanniamo lui e quello sketch con la povera morta Carrà, di fronte ad una azione molto insistente di almeno un quarto d’ora di palpeggiamenti e insulti a lei. Quella cultura è la cultura di quei ragazzi, però Benigni è intoccabile. Mia madre avrebbe inseguito quell’idiota dandogli dei calci”, conclude Sgarbi.
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