Massimo Giletti si prepara a tornare in tv con uno speciale di Non è l’Arena sulla mafia. L’approfondimento del programma di La7 andrà in onda nella serata di mercoledì 5 gennaio. Per lanciarlo, Giletti decide di farsi intervistare dal Corriere della Sera. Ma il discorso finisce per virare inevitabilmente sull’emergenza pandemica. Giletti torna sulle parole del collega Enrico Mentana, direttore del tg di La7, che ha deciso di negare spazio alle tesi no vax nelle sue trasmissioni. Secondo lui Mentana ha in parte ragione, “ma io non amo chi criminalizza il dissenso”.
“Mentana ha ragione sul fatto che mettere a confronto uno scienziato e uno stregone non è informazione. Ma lui si riferisce al suo mondo, ai tg. – Giletti si sfoga sul Corriere – Il suo radicalismo non può essere applicato a chi fa programmi tv. I talk sono fatti di contrapposizione e dialettica, io non amo chi criminalizza il dissenso. Censurare chi la pensa in modo diverso è qualcosa che non mi appartiene”. Questo il suo durissimo affondo contro il collega.
“È giusto porsi la domanda. Ma è altrettanto vero che quando porti un no vax in tv e senti che spiegazioni dà, in automatico si fa male da solo e non fa una bella pubblicità ai negazionisti”, puntualizza ancora Giletti. Poi l’intervista si sposta sul governo Draghi che il conduttore giudica sì positivamente, ma con alcune riserve.
“Sono estimatore di Draghi e penso che dobbiamo ringraziare Renzi per aver staccato la spina a Conte. – mette le mani avanti Giletti – Ma do ragione a Santoro, mi sembra ci sia un generale appiattimento e una forte omologazione. E non è un bene. Dobbiamo farci domande, ottenere risposte. Bisogna avere coraggio e anima critica. Quanti cani da guardia siamo rimasti? Se mettiamo insieme quello che hanno detto esperti e virologi negli ultimi due anni troviamo moltissime castronerie. È evidente che c’è stato un problema di informazione. Io credo che anche in un periodo di crisi sanitaria ascoltare chi la vede in modo diverso rimanga fondamentale”, conclude.
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