L’ultimo Consiglio dei ministri sta scuotendo con forza non solo l’opinione pubblica, ma anche le forze politiche che appoggiano il governo Draghi. Lo scontro sarebbe stato solo rimandato, visto che il decreto Covid è stato votato all’unanimità. Dietro questi giochi di palazzo potrebbe esserci però l’intenzione di mandare il premier Mario Draghi al Quirinale, per sostituirlo con una figura che possa tenere dritta la barra del governo fino a fine legislatura. Ospite di In Onda, il conduttore di Non è l’Arena, Massimo Giletti, fa anche un nome: quello del presidente leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.
“Draghi si conferma in questo caso, dopo le fibrillazioni di queste ore, l’unico che è stato in grado di introdurre per primo in Europa un obbligo. Cioè, compare la parola obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni. Una misura di cui si è parlato a lungo e alla fine è arrivata”, commenta il conduttore David Parenzo durante In Onda, prima di cedere la parola al suo ospite. “Credo che un obbligo ci sia già in Grecia per le persone con più di 60 anni. Con una sanzione anche pecuniaria che credo sia sui 100 euro al mese nel caso qualcuno si rifiuti”, precisa Massimo Giletti.
“Draghi è l’unico che poteva farlo. – prosegue Giletti nella sua analisi – Però diciamo che questo scontro (nella maggioranza) oggi si è consumato. Se uno arriva adesso pensa che è tutto tranquillo e sereno perché il decreto è stato votato all’unanimità. In realtà la tensione enorme è su quello che succederà dal 24 di gennaio in avanti”, aggiunge preoccupato.
“Cioè, è chiaro che oggi si doveva decidere per una questione di salute. Ma in questa giornata c’è stata molta tensione. Anche perché è Draghi il punto di equilibrio di questa storia. Cosa succederà? Chi andrà al Quirinale? – si domanda il conduttore di Non è l’Arena – Ma si lega il premier al Quirinale. E oggi si sono fatte delle prove dei rapporti di forza. Tant’è che addirittura si fa il nome di Fedriga, oggi è uscito il suo nome, come premier, pur di mandare Draghi (al Quirinale). Spiazzerebbe anche all’interno di un sistema Lega. Metterebbe da parte Berlusconi. Cioè, c’è un movimento che secondo me è il peso di queste grandi divisioni. Con il Pd che ovviamente punta su Franceschini”, conclude Giletti.
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