La doccia fredda per il governo Draghi sulla scuola arriva nella tarda mattinata del giorno dell’Epifania. Un gruppo di presidi decide di pubblicare un appello rivolto al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e anche al premier. I dirigenti scolastici chiedono a gran voce di tenere gli studenti in Dad (Didattica a distanza) almeno fino alla fine del mese. Gli istituti rischiano infatti di andare in crisi a causa dell’alto numero dei contagi provocati dalla variante Omicron che potrebbe provocare assenze di massa tra professori e personale, anche a causa delle quarantene. Il problema per Draghi è che questo appello, inizialmente sottoscritto da una ventina di presidi, viene poi firmato da circa 2000 di loro su un totale di 8000.
“Non ci sono le condizioni di sicurezza per riaprire la scuola. Manteniamo gli studenti in Dad (didattica a distanza, ndr) almeno fino al 24 gennaio. E, se necessario, fino al contenimento del contagio”. Così si legge nell’appello inviato dai presidi al governo. “Sono sempre stata critica sulla chiusura della scuola. Ho sempre ritenuto che fosse un baluardo importantissimo da salvaguardare. – attacca una delle promotrici dell’iniziativa Amanda Ferrario, dirigente del liceo Tosi di Busto Arsizio – Ma oggi non ci sono le condizioni. Mancano mascherine Ffp2 per tutti, e soprattutto manca il personale. Tra non vaccinati e positivi, le assenze sono tali da non permetterci di garantire il servizio”.
“Mettiamo tutti in Dad fino a febbraio. – rincara la dose Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi – E intanto garantiamo Ffp2 a tutti ed effettuiamo una massiccia campagna di testing”. Una presa di posizione durissima che mette in difficoltà il governo che aveva appena varato, durante l’ultimo Consiglio dei ministri, regole minuziose per gestire al meglio il rientro a scuola degli studenti.
Strategia che però non convince Giannelli, secondo il quale “la tempistica dei test e del tracciamento non sia migliorata rispetto al passato. E c’è il rischio che la scuola abbia notizia dei risultati dei tamponi effettuati solo diversi giorni dopo”. I timori dei presidi vengono condivisi anche da alcuni presidenti di Regione. Come quello pugliese Michele Emiliano e quello campano Vincenzo De Luca che, infatti, spingono per posticipare la riapertura della scuola.
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