Nella guerra di posizionamento che le forze politiche stanno combattendo in vista dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica, anche il M5S pianta le sue bandierine. Durante l’assemblea congiunta dei pentastellati, tenutasi nella giornata di giovedì 13 gennaio, è il leader Giuseppe Conte a mettere in chiaro che per il Movimento l’ipotesi della candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale è semplicemente “irricevibile”.
“Questo obiettivo di allargare anche al centrodestra il confronto richiede l’accettazione di una minima condizione. – dichiara Conte davanti ai suoi – Molti di voi rivendicano di poter indicare dei parametri e di fissare dei paletti per muoverci al tavolo delle trattative. È evidente che non saremo disponibili a votare qualsiasi nome pur di risultare vincitori. Non potremo mai sentirci vincitori se abbandoneremo i nostri principi e i nostri valori. Ed è per questo che rivolgerò un appello al dialogo alle forze di centrodestra: mettiamo da parte bandierine di parte, sventoliamo tutti insieme la bandiera dell’Italia”.
“La candidatura del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi è per noi una proposta irricevibile. – lo dice a chiare lettere Conte – Chiederò pertanto al centrodestra di non schierare il fondatore stesso della coalizione nonché attuale leader di Forza Italia. Se davvero le forze di centrodestra e i loro leader hanno a cuore l’interesse del Paese e la ricerca di una personalità che possa raccogliere la più ampia condivisione, allora accantoniamo candidature che nascono palesemente di parte e che certo non potranno raccogliere mai, e dico mai, i voti del Movimento 5 Stelle”.
“La nostra forza dovrà essere la compattezza. – prosegue Giuseppe Conte – L’attenzione che riservano al nostro Movimento è spesso condizionata dalla volontà di trascinarci nelle più pretestuose polemiche e di rappresentarci divisi e inaffidabili, sempre pronti a cambiare opinione. Nei giorni scorsi hanno trasformato l’apprezzamento unanime di tutto il Movimento per le qualità morali e la sensibilità istituzionale del presidente Mattarella, che purtroppo si è dichiarato sin qui indisponibile per il rinnovo del mandato, in un vincolo stringente per le trattative da condurre. Hanno cercato di stravolgere persino il nostro pragmatismo sul nome di Draghi: profilo ben idoneo e autorevole per l’alto Colle, ma che oggi ricopre il delicato incarico di premier in una fase del Paese particolarmente complessa, con tutte le implicazioni del caso e i supplementi di riflessione da fare”, conclude.
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