Il fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, risulta indagato dalla procura di Milano per traffico di influenze illecite per alcuni contratti pubblicitari sottoscritti dalla compagnia di navigazione Moby con il blog Beppegrillo.it. La notizia sta facendo il giro di mass media e web. Un’indagine che rischia di gettare ulteriore benzina sul fuoco dei contrasti tra le varie forze politiche in vista della ormai prossima elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Beppe Grillo è dunque indagato a Milano per un presunto reato di traffico di influenze illecite per alcuni contratti pubblicitari sottoscritti dalla Moby con il suo blog personale. Il caso riguarda la gestione della compagnia di navigazione di proprietà della famiglia Onorato. Irregolarità che sarebbero emerse con il deposito dell’elenco delle spese allegato al piano di concordato preventivo di Moby, depositato negli uffici della procura meneghina.
Gestione ‘ballerina’ della Moby che, da quanto emerge dalle indagini, doveva comprendere diversi finanziamenti ai partiti politici e altre uscite di bilancio “prive di giustificazioni economiche”. Tra queste spese ingiustificate ci sarebbero anche i 240mila euro versati in due anni alla srl che gestisce il sito di Beppe Grillo, in cambio di uno spot al mese e contenuti redazionali e pubblicitari.
Ma non è tutto, perché la Moby, oltre al blog di Beppe Grillo, avrebbe finanziato anche la fondazione Open di Matteo Renzi con 200mila euro per i quali “non è stata rinvenuta delibera” della società finita al centro dell’inchiesta. Ma a subire controlli da parte del dipartimento specializzato in reati contro la pubblica amministrazione, guidato dall’aggiunto Maurizio Romanelli, ci sono i finanziamenti stanziati da Moby anche per la Casaleggio Associati, per la fondazione Change di Giovanni Toti, per Fratelli d’Italia e anche in favore del Partito democratico.
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