Giorgia Meloni non scarica ancora Silvio Berlusconi per la corsa al Quirinale, ma ci sta pensando seriamente. Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, la leader di Fratelli d’Italia si mostra decisa nel comunicare che il centrodestra, anche in caso di forfait del Cavaliere, “ha il diritto e il dovere di avanzare una proposta” alternativa per il Colle. La Meloni ci va giù duro anche contro Mario Draghi. Secondo lei, infatti, il premier dovrebbe mollare sia la poltrona di Palazzo Chigi che rinunciare al sogno Quirinale.
“Da lunedì succede che il centrodestra per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana può giocare una partita da kingmaker e intendiamo esercitarla”, dichiara la Meloni nel salotto televisivo di Vespa. “Oggi il nome che è emerso è Berlusconi e corrisponde al nome che io mi aspetto per un identikit del presidente della Repubblica. Un presidente che difende l’interesse italiano. – prosegue la leader di Fratelli d’Italia – Da soli non abbiamo i numeri. Berlusconi sostiene che ci siano altre persone che possono sostenere la sua candidatura. Ci vediamo giovedì e credo che quel giorno noi avremo le idee più chiare. Penso che ci dovremo riunire tutti i giorni fino alla fine di questa vicenda”.
“Io penso che se anche Berlusconi scegliesse di non concorrere e dovesse rinunciare – prosegue poi Giorgia Meloni – comunque il centrodestra abbia diritto e dovere di avanzare una proposta. Io ho un uomo e una donna da proporre alla coalizione. Altri avranno altri nomi. Li valuteremo e poi sceglieremo. Fratelli d’Italia conta 64 elettori e mi sento di garantirli. Spero che anche gli altri con cui si parla siano in grado di fare altrettanto”
Rispondendo alla domanda se Mario Draghi debba restare a Palazzo Chigi o trasferirsi al Quirinale, la Meloni replica con un secco “da nessuna delle due parti. Io Draghi non l’ho votato alla presidenza del Consiglio perché non sono d’accordo sul fatto che i governi in Italia passino sulla testa dei cittadini. Draghi al Quirinale è un grande punto interrogativo: se ne parla tanto, ma poi di cosa parliamo esattamente? Quando io ho dovuto dire di no a Draghi o a Mattarella l’ho fatto, quindi io non ho soggezione né deferenza per nessuno”, conclude.
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