Sta facendo molto discutere il caso di Sara Cunial. Alla parlamentare di opposizione è stato impedito di votare per la presidenza della Repubblica perché si rifiuta di esibire anche solo il green pass base per entrare a Montecitorio. La Cunial non potrà votare nemmeno nel seggio drive-in attivato apposta per i grandi elettori positivi al Covid. Sulla vicenda interviene anche il senatore di Italexit, non vaccinato, Gianluigi Paragone. Secondo Paragone, utilizzare il “malato come merce di scambio” nasconderebbe una manovra per aprire la strada del Quirinale a Mario Draghi.
Abbiamo un Paese paralizzato. – dichiara Paragone ospite di Radio Cusano Campus – Mia sorella ha il Covid. Mia mamma, anziana, ha il Covid, non è vaccinata ed è asintomatica. Mia moglie vorrebbe prendersi il Covid ma non riesce. La mia dinamica familiare credo sia comune a molti altri. La gente comune sta cominciando a vedere che l’emergenza sanitaria in realtà è burocratica”, questa la sua denuncia.
“Io dovrei stare 10 giorni in quarantena, ma essendo parlamentare io da positivo, per quanto asintomatico, posso prendere la mia auto ed andare da Varese a Roma per votare. – denuncia Paragone – Per eleggere il presidente della Repubblica posso essere trattato in maniera diversa rispetto agli altri malati. Non hanno preso questa scelta per rispetto del Parlamento, ma gli servono i voti perché la partita si gioca col pallottoliere. Il malato quindi è merce di scambio. Mi dovete spiegare perché a Sara Cunial viene negata la possibilità di votare mentre possono votare i malati. – attacca ancora – È un puro dispetto nei suoi confronti. Mentre il malato diventa eccezione alla regola, alla Cunial viene impedito da sana di andare a votare, magari con la propria macchina nel percorso drive in. Io da malato posso andare da Varese a Roma”.
“Come se nel tragitto da casa mia alla Capitale io non mi dovessi mai fermare per fare benzina o andare in bagno. Mi auguro ci sia un giudice che dia ragione alla Cunial perché le stanno facendo una grande scorrettezza. – aggiunge infuriato il fondatore di Italexit – Stanno apparecchiando per Draghi al Colle perché lui lo vuole assolutamente. Per fare un’operazione del genere deve partire anche una trattativa parallela sulla formazione del nuovo Governo. Siccome Salvini sarà in difficoltà a fare il rush finale della legislatura in ottica elezioni. Mi stupisce che qualcuno possa pensare che Draghi, qualora non dovesse andare al Quirinale, possa fare il premier alla vigilia dell’anno elettorale. È difficile che la Lega non dia qualche sgomitata per rafforzare la campagna elettorale. Come fai a fare una campagna elettorale mentre sei coinvolto in un’alleanza insieme a Pd, Movimento e Speranza?”, conclude Paragone.
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