L’elezione del presidente della Repubblica sta provocando una mini epidemia di Covid tra i grandi elettori che hanno riportato Sergio Mattarella al Quirinale. Sono infatti 13 al momento quelli di loro che sono risultati positivi al tampone. A spiccare, oltre a quelli di sei parlamentari del Pd, sono i nomi di Matteo Salvini, Massimiliano Fedriga e Vittorio Sgarbi. Quest’ultimo, come sempre, non si smentisce e rilascia delle dichiarazioni destinate a far discutere.
“Bisogna cominciare a capire che col vaccino il Covid è come un’influenza. – rassicura il presidente della Regione Friuli, il leghista Fedriga – E lo dico proprio io. Ormai tra vaccinati e chi ha avuto il Covid la protezione è diffusa. Il contagio va fronteggiato in altro modo rispetto a come è stata affrontata la pandemia quando non c’erano i vaccini. Non ci si deve innamorare di una soluzione”. In realtà, in questo periodo, sono milioni gli italiani, vaccinati e non, che stanno superando senza complicazioni l’infezione provocata dalla variante Omicron.
“Sono arrivato intorno all’una. Ho fatto il tampone ed era positivo. Ma sto benissimo. – racconta Vittorio Sgarbi al Corriere i momenti del suo arrivo a Montecitorio per il discorso di Mattarella – Ho fatto tre dosi di vaccino. E mi ritengo negativo. Aspetto il risultato di un test molecolare che è più attendibile. Sto sempre in casa. Non vedo nessuno. Infatti penso sia sbagliato”.
“Per questo ho fatto il molecolare. – spiega Sgarbi – Come sto? Benissimo. Non ho sintomi. Ma mi sono rifatto il tampone rino-faringeo proprio ora e mi ha confermato che sono positivo. Giusto far votare i positivi per il Quirinale. Era il minimo che si potesse fare. I diritti costituzionali non possono essere compressi dai diritti sanitari solo perché qualcuno ha scambiato un raffreddore con la peste”, conclude polemico il critico d’arte.
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