Martedì 15 febbraio scatta l’obbligo di presentare il Super green pass sul posto di lavoro per gli over 50. Questo significa che tutte le persone con più di 50 anni che non si sono ancora vaccinate non potranno svolgere alcun tipo di attività lavorativa se privi del certificato verde rafforzato che attesti la loro avvenuta vaccinazione contro il Covid. Infuria ovviamente il dibattito politico, con il leader della Lega Matteo Salvini contrario, mentre il ministro della Salute Roberto Speranza e il suo consulente Walter Ricciardi rivendicano la decisione. Sul tema si esprime con durezza anche la virologa dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo.
“La vaccinazione contro il Covid-19 ha dato degli ottimi risultati. – sottolinea Maria Rita Gismondo all’Adnkronos – Ma al di là del confermare tale evidenza, io credo che oggi, con un numero di non vaccinati ormai veramente limitato, dal punto di vista dell’ordine sociale l’obbligo di Super green pass sul lavoro per gli over 50 sia forse una forzatura. A questo punto – conclude la virologa – penso che dovremmo fare un bilancio rischi-benefici anche in termini di ordine sociale, che rischiamo di non mantenere”.
“Dal 15 febbraio c’è obbligo di green pass sui luoghi di lavoro: è una strategia giusta. – rivendica invece Speranza – È un provvedimento mirato per le persone over 50 non vaccinate che più rischiano di essere ospedalizzate se infettate. L’obbligo è una scelta giusta che ci mette nelle condizioni di guardare con più fiducia nei prossimi mesi. Dobbiamo ancora insistere per vaccinare. Più asciughiamo l’area dei non vaccinati più il Paese è in sicurezza”.
Ma a fargli da contraltare ci pensa Salvini. “Il 31 marzo scadrà lo stato d’emergenza, che per me non va rinnovato. Così come devono essere superati i green pass e i super green pass”, va all’attacco il leader della Lega.
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