Posizioni totalmente opposte nel governo sul green pass. Da una parte c’è chi, come il ministro della Salute Roberto Speranza, insieme al suo consigliere Walter Ricciardi, vorrebbe mantenerlo per tutto il 2022. Compreso l’obbligo vaccinale per gli over 50. Dall’altra, i ministri della Lega che, dopo il via libera di Matteo Salvini, hanno cominciato a battere cassa per l’abolizione totale del certificato verde entro il 31 marzo. Anche il ministro del Turismo leghista, Massimo Garavaglia, sposa questa linea e propone di fare come la Francia.
Garavaglia spiega che la decisione di adottare il Super green pass obbligatorio, “come altre, è stata presa quando la curva era in salita esponenziale. La matematica del liceo ci dice che se una curva cresce rapidamente, altrettanto rapidamente scende. Quindi da ora in avanti verranno prese decisioni che vanno nella direzione opposta”. Insomma, taglia corto il leghista, “dobbiamo fare come la Francia, che ad aprile toglie tutto. Mi auguro che lo stato di emergenza, che scade il 31 marzo, non sia rinnovato, visto che i numeri migliorano di settimana in settimana. Di conseguenza tutte le regole legate a quel provvedimento straordinario decadranno”.
Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale per gli over 50 che scatta proprio oggi, e fino al 15 giugno, Garavaglia dichiara che “dovremo capire se ha ancora senso fare questo vaccino. Si tratta di indicazioni che deve dare il mondo della sanità, tenendo conto di quello che dicono Oms e Aifa. Comunque le coperture sono molto alte e pensare di fare la vaccinazione l’estate prossima ha poco senso”.
Inoltre, riflette il ministro del Carroccio, “oltre alla Francia, che toglie tutto, chi è stato in Spagna sa che basta un’autocertificazione e si entra nel Paese, e poi si può stare fuori fino alle 5 per la movida. Dobbiamo adeguarci per non perdere quote di mercato. Quindi l’utilizzo del tampone per gli stranieri va profondamente rivisto. Spero che ad aprile i corridoi non ci siano più e che le liste dei Paesi dove andare e non andare siano eliminate”, conclude Garavaglia.
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