Matteo Salvini protagonista di un curioso siparietto. Accade tutto mentre la Corte Costituzionale è riunita in camera di consiglio per decidere sull’ammissibilità di otto quesiti referendari. Sei sulla giustizia, ai quali la Lega tiene moltissimo. Gli altri due, altrettanto importanti, sulla cannabis e sull’eutanasia. Infastidito dalle domande di una giornalista su cosa ne pensi del referendum sulla cannabis, Salvini finisce per perdere la pazienza.
“Io sono contro l’utilizzo di ogni genere di droga. Come che cosa c’entra? – Salvini risponde alterato alla giornalista – Io sono contro la coltivazione, la distribuzione e l’utilizzo di ogni genere di droga”. La cronista però insiste chiedendogli conto di quella parte del referendum che dovrebbe abolire la custodia cautelare in carcere per possesso di modiche quantità. “Guardi, io sono contro l’utilizzo di ogni genere di droga. Se lei vuole farsi le canne è libera di farlo. Io no, punto e basta. Stiamo parlando dei referendum sulla giustizia”, sbotta allora il leader della Lega.
Per quanto riguarda il referendum sulla cannabis, diverse associazioni, tra cui Antigone e Luca Coscioni, nel quesito chiedono di depenalizzare la coltivazione della cannabis e di eliminare la pena del carcere prevista per le condotte illecite legate all’uso e al consumo della sostanza. Ad eccezione dell’associazione finalizzata al traffico illecito di questa sostanza.
Insomma, se il referendum dovesse poi essere approvato dagli italiani, si potrebbe utilizzare liberamente cannabis, ma non spacciarla. Il referendum sulla cannabis intende intervenire anche sulle sanzioni amministrative previste dalla normativa vigente, eliminando la sospensione della patente per chi è accusato di una qualsiasi condotta riconducibile all’uso della sostanza.
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