Una notte dei lunghi coltelli quella trascorsa in Parlamento tra il 16 e il 17 febbraio. Il governo di Mario Draghi viene infatti battuto per ben quattro volte nelle commissioni che stanno analizzando il testo del decreto Milleproroghe che dovrà essere approvato a breve. Passano infatti emendamenti di diverse forze politiche sull’Ilva, sul tetto al contante, sulle graduatorie della scuola e sui test sugli animali. Una doccia fredda per l’esecutivo che ad alcuni suona quasi come un avviso di sfratto dei partiti dopo le prime avvisaglie avute sul green pass.
Le voci che giungono dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, riferiscono di un tutti contro tutti sul decreto Milleproroghe anche all’interno della maggioranza che sostiene il governo Draghi. Maggioranza che si è spaccata per quattro volte, visto che gli emendamenti passati sono stati tutti approvati con il parere contrario dell’esecutivo.
Per quanto riguarda il tetto al contante, Lega e Forza Italia hanno votato insieme a Fratelli d’Italia l’emendamento che riporta a duemila euro la quantità massima di denaro contante che si può ritirare senza che scattino i controlli. Dall’1 gennaio scorso questa soglia era stata abbassata a mille euro. Ora questo emendamento sposta di un anno la già preventivata diminuzione. La modifica sarebbe passata per un solo voto e non sarebbe mancato nemmeno uno scontro tra Lega e Pd.
Governo Draghi che va sotto anche sull’emendamento riguardante l’Ilva di Taranto. I fondi stanziati saranno destinati alla bonifica delle aree inquinate. E non più, come aveva deciso Palazzo Chigi, a disposizione di Acciaierie d’Italia per la decarbonizzazione. Anche sulle graduatorie per l’istruzione il governo il governo ha dato parere favorevole a una loro riformulazione, ma è stato battuto. E la maggioranza di governo si è spaccata pure sull’emendamento che proroga la sperimentazione sugli animali al 2025.
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