Matteo Salvini a tutto campo nell’ultima intervista rilasciata a Radio 24. Il leader della Lega parla per prima cosa della coalizione di centrodestra che secondo lui tornerà a riunirsi. Anche se non evita di lanciare una provocazione rivolta alla presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, anche se non la nomina direttamente. Ma Salvini torna anche a parlare del tema della fine dello stato di emergenza e del green pass. Per lui, se la situazione dovesse continuare a migliorare, si deve tornare alla normalità dal 31 marzo.
“Cerco di passare il tempo costruendo”, dichiara Salvini alla radio di Confindustria, facendo riferimento alla recente rottura con Giorgia Meloni sull’elezione bis di Sergio Mattarella al Quirinale. “Passato il nervosismo delle ultime settimane io sono fiducioso del fatto che si torni a lavorare in maniera unitaria”, aggiunge tendendo la mano alla sua ex alleata. “Con l’attuale centrodestra che governa 14 Regioni e centinaia di Comuni”, la coalizione non può che vincere le prossime elezioni, ragiona.
“Se si lavora non c’è tempo per litigare. – aggiunge poi parlando della maggioranza di governo sempre più litigiosa – Ora abbiamo altre scadenze. Se il Parlamento riesce a migliorare qualche provvedimento bene venga”. Intanto, si intesta il merito dei sette miliardi rimediati dal governo per cercare di attenuare il caro bollette di luce e gas che si sta abbattendo sulle famiglie italiane. “Sono soddisfatto. – afferma – Sicuramente non sono risolutivi, ma per le famiglie più in difficoltà e per le imprese sono passi in avanti”.
Cambiando argomento, Matteo Salvini si sofferma anche sulla fine dell’emergenza pandemica, fissata al momento per il 31 marzo, e sulla relativa archiviazione delle restrizioni come il green pass. “Riparliamone il 21 marzo, quando mancheranno pochi giorni”, prova ad andare incontro alle richieste del partito chiusurista all’interno del governo, capitanato dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal suo consigliere Walter Ricciardi. L’’opinione del leader del Carroccio è comunque quella di tornare alla vecchia normalità, sempre se i numeri della pandemia lo permetteranno.
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