L’annuncio della fine dello stato di emergenza il 31 marzo da parte del premier Mario Draghi suscita reazioni contrapposte nella comunità scientifica. La maggior parte dei virologi divenuti volti noti della tv, come ad esempio Matteo Bassetti e Andrea Crisanti, si dicono favorevoli ad una riapertura quanto più immediata possibile, visti i dati confortanti della vaccinazione. Per loro anche il green pass deve sparire tra un mese. Draghi però parla di un generico abbandono graduale dell’uso del certificato verde. Posizione che però non soddisfa affatto un altro virologo, Massimo Galli.
“Sono assolutamente del parere che si debba riaprire tutto quello che si può aprire nel Paese. – dichiara Galli alla Adnkronos – Ma se questo comprende anche l’eliminazione del green pass, seppure graduale, non sono per nulla d’accordo e non so quando potrò esserlo. Sono convinto che non sia un messaggio corretto da dare in questo momento e può essere utile solo a tenere insieme una traballante maggioranza”. Una chiara stoccata al premier Draghi e alla sua maggioranza di governo.
“Non c’è nessuna contraddizione tra il mantenimento del green pass e le aperture. – ne è convinto Massimo Galli – Il mantenimento del green pass è una garanzia. Non conosco nel dettaglio le parole del premier. Ma francamente messaggi di sospensione del certificato verde, per quanto graduali (e non mi è chiaro cosa significhi) sono quasi una sollecitazione a far in modo che i molti che devono fare la terza dose non la facciano”.
“E che non si proceda alla vaccinazione dei non vaccinati tra i più piccoli. E questo non va bene. – punta il dito Galli – Francamente le zone a colori non hanno una rilevanza in questa situazione. Noi dobbiamo riaprire il Paese, ma con il green pass e continuare a vaccinare”, conclude preoccupato il medico andato da poco in pensione.
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