Contrordine compagni. Matteo Salvini prima annuncia di voler andare in Ucraina ma poi, poche ore dopo, torna sui suoi passi e dice di accontentarsi del confine polacco. Il leader della Lega spiega la sua intenzione di recarsi in missione di pace in territorio ucraino durante una conferenza stampa alla Camera dei deputati. Ma il giorno successivo torna già sui suoi passi. Mgari qualcuno gli avrà consigliato di non rischiare troppo.
“Andrò al confine polacco con l’Ucraina”. È questa la frase telegrafica che Salvini avrebbe pronunciato di fronte ai suoi parlamentari durante una riunione tenuta questa mattina al teatro Umberto di Roma. Il giorno precedente, però, le sue intenzioni non erano esattamente queste.
“Stiamo pensando di esserci in presenza, perché una cosa è manifestare a Berlino, una cosa esserci. – dichiarava solo ieri Matteo Salvini in conferenza stampa – Mi piacerebbe che ci sia un flusso di combattenti per la pace. Ieri ho parlato con i leader di Polonia e Ungheria. Dobbiamo portare in Ucraina dei combattenti di pace, è un rischio, ci stiamo ragionando, ma non deve essere un problema. Pensiamo a un grande movimento per la pace che vada a frapporsi in Ucraina tra il popolo e le bombe”.
“Magari il prossimo collegamento alla Camera lo facciamo settimana prossima da quei territori. – questa l’idea di Salvini poi subito sfumata – Se siamo in 100 è un conto. Se fossimo in 100mila è un altro conto, se fosse il Santo Padre a dirlo, nessuno potrebbe accusarlo di avere un doppio fine, di essere un amico di Putin. La pace non è mai politicamente scorretta, è sempre il primo obiettivo da perseguire con ogni mezzo necessario. In questo momento c’è qualcuno che invade e qualcuno che è invaso. C’è qualcuno che ha aggredito e qualcuno che è stato aggredito. Noi siamo a fianco degli aggrediti. C’è Putin che ha aggredito e Zelensky che è aggredito”.
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