Dalla tarda serata di giovedì 3 marzo l’esercito russo ha iniziato a bombardare la più grande centrale nucleare dell’Ucraina e dell’Europa, quella di Zaporizhzhia, che si trova vicino alla località di Enerhodar. Le notizie che giungono dalla zona sono contrastanti. Sembra che al momento la centrale non abbia riportato danni gravi e che non ci sia alcun rischio di fughe radioattive. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lancia un drammatico allarme sul rischio di una nuova Chernobyl.
Dopo l’inizio dell’attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, il primo ad informare sulla situazione è il sindaco della città secondo il quale la centrale è in fiamme. L’esercito russo sta “colpendo Zaporizhazhia, la maggiore centrale nucleare in Europa. – rilancia su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba – Ci sono già fiamme. Se dovesse esplodere, sarebbe dieci volte peggio di Chernobyl. La Russia deve immediatamente cessare il fuoco. Consentire ai pompieri di intervenire e creare una zona di sicurezza”.
“I pompieri non riescono a intervenire perché sono sotto tiro da parte dei russi”, informano fonti ucraine. Fortunatamente, dopo poche ore, arrivano notizie rassicuranti. Le autorità di Kiev sarebbero infatti riuscite a far arrivare alcune squadre di pompieri presso la centrale nucleare che sarebbero riuscite a spegnere l’incendio sviluppatosi dopo il bombardamento.
Parlando di quanto appena accaduto, il presidente Zelensky denuncia il fatto che la Russia vuole far ricorso al “terrore nucleare” colpendo per la prima volta nella storia una centrale nucleare. Insomma, Vladimir Putin “vuole ripetere la catastrofe di Chernobyl. – attacca Zelensky in un video – Vogliamo allertare il mondo sul fatto che nessun Paese al di fuori della Russia aveva mai sparato contro centrali nucleari. È la prima volta nella nostra storia, la prima volta nella storia dell’umanità. Questo Stato terrorista ora ricorre al terrore nucleare”.
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