Sta facendo molto discutere il gesto provocatorio del ginnasta russo Ivan Kuliak. Il giovane atleta si è infatti presentato con una ‘Z’, simbolo dei carri armati russi che hanno invaso l’Ucraina, attaccata in bella vista sulla sua tuta di gara durante una premiazione di una gara di Coppa del mondo a Doha, in Qatar. Una decisione ancora più grave se si pensa che accanto a lui, giunto terzo, c’era il ginnasta ucraino Illia Kovtun, vincitore della competizione. Una provocazione che scatena l’indignazione del mondo intero. Anche quella dell’ex ginnasta italiano Jury Chechi.
Jury Chechi, oggi 52enne, è probabilmente uno degli atleti italiani più conosciuti e amati dai suoi connazionali. Tra le varie imprese di quello che negli anni ‘90 è stato considerato il dominatore della specialità degli anelli, sicuramente da ricordare è la vittoria della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atlanta del 1996. Impresa avvenuta 72 anni dopo la vittoria di Francesco Martino a Parigi nel 1924.
“Non conosco questo Kuliak, ma penso che la federazione internazionale debba prendere provvedimenti e sanzionarlo. – dichiara indispettito Jury Chechi – Lo sport è esattamente il contrario di quello che voleva dimostrare questo ragazzo con questo gesto da imbecille”.
Sul divieto di gara a russi e bielorussi sono meno d’accordo. – aggiunge però Chechi riferendosi all’esclusione degli atleti russi e bielorussi praticamente da ogni competizione sportiva a livello mondiale – Ci sono sanzioni più efficaci. È un momento tristissimo, sono impotente. Vorrei andare in Ucraina a dare una mano alle persone e magari ci riuscirò pure, anche se non so come fare. L’impotenza mi fa stare malissimo”, conclude il campione italiano. Comunque sia, Kuliak non verrà punito direttamente, visto che quella appena disputata in Qatar è stata l’ultima gara di ginnastica a cui sono stati ammessi gli atleti russi e bielorussi.
Potrebbe interessarti anche: La sfida del ginnasta russo: la ‘Z’ dei carri armati di Putin sulla maglia