Pier Luigi Bersani protagonista assoluto dell’ultima puntata di Dimartedì. Ospite insieme a Giuseppe Conte nello studio del talk show condotto da Giovanni Floris, l’ex segretario del Pd commenta a modo suo la guerra in Ucraina. Ovviamente condanna senza scuse l’aggressione compiuta dall’esercito russo. Ma prova a fornire una spiegazione dei motivi che hanno portato Vladimir Putin a questa decisione.
“Se uno dice che Putin è matto, allora chiudiamo il libro e facciamoci il segno della croce. – riflette Bersani a Dimartedì – Può aver sottovalutato la resistenza ucraina. Può aver sottovalutato la compattezza dell’Europa e dell’occidente e può aver sbagliato qualche conto. Ma noi non abbiamo ancora capito che cosa voglia veramente
Floris chiede a Bersani se sia d’accordo con la tesi che la Nato e l’Europa hanno commesso diversi errori nei confronti di Putin e ora sono costretti a pagarne il conto. “Siccome le mamme degli idioti son sempre incinte, andare attorno a questi ragionamenti in un momento come questo, ti senti dire che sei amico di Putin. – replica a modo suo l’ex segretario del Pd – Ora però, quando hai davanti l’orso russo, e questo non è offensivo, devi stare attento a come lo maneggi”.
“Perché è capitato anche a me di incontrare anni fa Putin. E lo si vedeva bene che aveva un atteggiamento autocratico. Orgoglioso credo di aver risollevato la Russia da una situazione di disfacimento statuale con l’Urss”, prosegue Bersani. Ma Floris gli domanda che persona sia Putin, visto che “lei le persone le sa leggere”. “Putin è uno che non accetta che la Russia sia considerata dal resto del mondo uno Stato e non una potenza. – replica deciso Bersani – Questo è il punto che ha dato l’abbrivio. Poi uno può affermarsi come potenza in un quadro diplomatico. E invece se uno è, non solo un autocrate, ma anche un imperialista, esercita anche la forza”, conclude.
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