Scontro senza peli sulla lingua tra Marco Travaglio e Alessandro De Angelis a Otto e mezzo. Ospiti della collega Lilli gruber, i due giornalisti se le danno mediaticamente di santa ragione sulla guerra in Ucraina e sull’invio di armi. Operazione a cui il direttore del Fatto Quotidiano si dice contrario. Ma le critiche di De Angelis lo mandano su tutte le furie.
“Quando guardiamo le immagini di Mariupol dove uomini e donne stanno bevendo dalle pozzanghere perché non c’è più acqua, noi stiamo assistendo alla fotografia di un abisso di civiltà che ci riporta al cuore della questione. C’è un aggredito e c’è un aggressore che ha violato la libertà di un Paese sovrano”, attacca De Angelis. “Ma Travaglio non mette in discussione questo”, sottolinea la Gruber. “No, lo mette in discussione”, insiste però il giornalista. “Io non metto in discussione niente. Dimmi quando ho messo in discussione che Putin è l’aggressore e gli ucraini sono gli aggrediti”, lo interrompe allora un infastidito Travaglio.
“Quando dici che è ignobile che non si possa ragionare sulle cause della guerra, in qualche modo dici che ci sono delle responsabilità dell’Occidente che giustificano questo”, lo attacca ancora De Angelis. “No, non giustificano, spiegano questa guerra”, si difende Travaglio. “A mio giudizio non c’è nessuna cosa che ha fatto l’Occidente, compresa qualche esercitazione Nato, che possa giustificare la violazione della sovranità di un popolo. E il tuo ragionamento porta a confondere la pace con la resa. Porta a sostenere che gli ucraini dovrebbero uscire con le mani alzate così come vuole Putin”, insiste però il collega.
“Mai detto una cosa del genere. Questo lo ha detto Biden quando ha detto a Zelensky di scappare”, chiosa Travaglio con una risata quasi isterica. “In questo momento bisogna stare con i valori dell’Occidente e con la resistenza ucraina. Trovo altresì ignobile consigliare dai nostri salotti agli ucraini di arrendersi”, lo accusa ancora De Angelis. “Citami un articolo dove ho detto che si devono arrendere, tanto perché racconti un sacco di balle. Non ho mai detto che si devono arrendere. Giudichi senza leggere, cosa che ti accade con una certa frequenza. Le nostre armi non stanno arrivando ai civili ma ai mercenari”, sbotta definitivamente il direttore del Fatto.
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