Fa ancora discutere la dichiarazione di Mario Draghi che ha preceduto il discorso del presidente ucraino Zelensky al Parlamento italiano. Il premier ha infatti detto che il suo governo è pronto ad aiutare ancora di più militarmente l’Ucraina e di volerla nell’Unione europea. Parole che hanno fatto storcere il naso al leader della Lega Matteo Salvini, diventato improvvisamente pacifista. Ma il giornalista Marco Damilano, ospite de L’aria che tira, gli fa notare questa contraddizione.
“Quando si parla di armi fatico ad applaudire”. Il conduttore occasionale David Parenzo, che sostituisce Myrta Merlino, ricorda il giudizio pronunciato ieri da Salvini sulle parole di Draghi che hanno preceduto l’intervento di Zelensky alla Camera. “Faccio una piccola dichiarazione personale. – replica un po’ a sorpresa Damilano – Io sono un obiettore di coscienza e ho firmato un documento che dice che io per principio non userò mai armi in vita mia, non avrò il porto d’armi. Ho partecipato a tante marce per la pace Perugia-Assisi e Salvini non l’ho mai visto. E questa allergia alle armi avrei preferito sentirla quando ha fatto approvare una legge sulla legittima difesa che certo non è un modello di garanzia”.
“Detto questo, credo che ci sia un problema politico e norme che riguarda la Lega e il M5S. – prosegue Damilano – I rapporti con Putin li hanno tenuti tutti. Mi ha colpito che ieri Draghi ha detto per due volte davanti a Zelensky ‘il presidente Putin’. Anche nel momento di massima tensione devi sapere che quel governo è rappresentato da Putin. Quindi un conto sono i rapporti di governo che hanno mantenuto tutti i governi italiani con la Russia. Altro è il rapporto ideologico con la Russia e con Putin che ha riguardato due forze politiche precise: la Lega e il M5S”, attacca il giornalista.
“Salvini nell’ottobre 2018 è andato lì a dire ‘preferisco stare qui a Mosca che a Berlino e Parigi’. Ed era il vicepremier del governo italiano. Varie inchiesta giornalistiche hanno raccontato richiesta di finanziamenti della Lega agli amici di Putin. – affonda ancora il colpo Damilano – E su questo punto è deragliata tutta la politica della Lega. Salvini nel 2019 non viene ricevuto da nessuno negli Usa. Il M5S non ha le carte in regola allo stesso modo”, conclude.
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