Intorno al vaccino anti Covid russo Sputnik si è aperto un vero e proprio giallo internazionale. Da quando Vladimir Putin ha deciso di invadere l’Ucraina, si sono moltiplicati i sospetti sulla missione sanitaria effettuata dalla Russia in Italia nel 2020, appena esplose la pandemia. Qualcuno, come Dagospia, sospetta che i russi volessero testare il loro vaccino Sputnik. Un altro tassello lo aggiunge Antonella Viola. L’immunologa dell’Università di Padova rivela alla trasmissione Forrest di Rai Radio1 di aver ricevuto una “strana telefonata” subito dopo aver pubblicato un lavoro in cui bocciava quel vaccino.
“Lo Sputnik non è un buon vaccino e non funziona. – spiega Antonella Viola a Radio1 – I dati non sono mai stati mostrati con chiarezza. Le racconto anche una cosa che non ho mai detto a nessuno. Quando sul vaccino Sputnik venne pubblicato il lavoro, insieme a Enrico Bucci e ad altri colleghi a livello internazionale, scrivemmo su ‘Lancet’ un commento per dire che il vaccino effettivamente non funzionava. In quei giorni, a parte che il mio telefono cominciò a dare dei seri problemi, ricevetti una telefonata molto strana, di una persona che disse di essere del ministero degli Interni, della sicurezza, non ricordo”, rivela l’immunologa.
“E mi disse che voleva informazioni: voleva sapere se io sapessi di più sul vaccino Sputnik. – prosegue nel suo racconto – Una strana telefonata. Mi chiedeva dati. Cercavo di capire meglio chi fosse. Ma è stato molto vago. Mi disse che sarebbe venuto a trovarmi in studio ma non è mai più venuto. Ovviamente non sarà stato qualcuno del ministero, immagino di no. Però mi è rimasto il dubbio di capire chi fosse questa strana persona che si è presentata e che ha voluto sapere perché io avessi criticato il vaccino”, conclude.
“I servizi segreti italiani, che hanno storicamente avuto un dialogo con i colleghi russi, sapevano che nella delegazione messa su da Putin c’erano militari e uomini dell’intelligence. – si legge invece su Dagospia – È ingenuo pensare che i nostri servizi fossero all’oscuro di quel che stesse accadendo. L’obiettivo dei russi era sperimentare, in quello che era il principale focolaio d’Europa in quel momento, le prime composizioni del vaccino Sputnik. Putin voleva portare a casa un successo internazionale. Mostrare l’avanguardia della scienza russa e poi produrre, all’estero, il vaccino con cui salvare il mondo. Sputnik fu somministrato in Russia già agli inizi di marzo. Senza nemmeno aspettare i test. Il 22 marzo la delegazione russa arrivò in Italia. Praticamente Mosca ha avuto prima il vaccino anti-Covid del Covid stesso. Visto che le ondate del virus arrivarono in Russia nei mesi successivi”.
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