Vladimir Putin ordina che il gas russo venga pagato in rubli dai “Paesi ostili” già a partire da aprile. Ma la sollecitazione del presidente russo non viene accolta affatto bene dall’Occidente. Già nei giorni scorsi c’erano state diverse dichiarazioni contrarie alla decisione russa, compresa quella del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. Ora è direttamente il G7 a giudicare “inaccettabile” il diktat di Mosca. Chiusura alla quale il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, replica assicurando che la Russia non farà “beneficenza”. Insomma, chi vuole acquistare il gas russo dovrà per forza pagarlo in rubli.
Dopo qualche giorno dall’annuncio, Vladimir Putin torna dunque ad insistere sull’obbligo di pagamento in rubli del gas russo per tutti quei Paesi giudicati “ostili” da Mosca. In pratica tutta l’Europa, visto che gli Usa se lo producono da soli il gas. Il Cremlino fa sapere che il presidente Putin è in attesa di un rapporto dal Gabinetto dei ministri, dalla Banca centrale russa e dalla società Gazprom sulla “attuazione della nuova metodologia di pagamento”.
L’insistenza di Putin scuote il G7. “Tutti i ministri del G7 hanno convenuto che si tratta di una chiara violazione unilaterale dei contratti esistenti. Il che significa che un pagamento in rubli non è accettabile”, dichiara il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck nella veste di presidente di turno dell’organizzazione.
Mosca però non si lascia intimidire a sua volta e il muro contro muro prosegue. Secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non rivela ancora quali contromisure il suo governo stia adottando per controbattere al no dei “Paesi ostili” al pagamento del gas in rubli. “Ma di sicuro non forniremo gas gratuitamente, questo è certo. È quasi impossibile fare beneficenza nella nostra situazione”, aggiunge sibillino Peskov.
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