Alessandro Orsini protagonista assoluto dell’ultima puntata di Cartabianca. Il professore della Luiss decide di accettare a titolo gratuito l’invito della conduttrice Bianca Berlinguer, dopo che la Rai ha deciso di stracciare il suo contratto da 12mila euro. E Orsini non delude certo le aspettative di fan e detrattori durante il suo monologo durato circa 10 minuti. Non può mancare nemmeno un duro scontro con il politologo Vittorio Emanuele Parsi che abbandona infuriato il collegamento con la trasmissione.
“In questo momento noi viviamo un delirio collettivo, in cui io vengo rappresentato come un estremista. – sbotta ad un certo punto Alessandro Orsini – In realtà io sono l’unico moderato, uno dei pochissimi moderati di questo Paese. Gli estremisti sono il governo italiano, il Pd, milioni di persone che vogliono riempire l’Ucraina di armi, che vogliono militarizzare l’Europa”, questa la sua grave accusa rivolta nei confronti del governo Draghi e del Partito di Enrico Letta.
“È stato il più grande onore per me da studioso. Perché è un’agenzia nemica. – aggiunge poi riferito all’elogio nei suoi confronti dell’agenzia russa Tass – Ho sempre sognato di essere questo. Come dico ai miei studenti: un uomo è un ponte sospeso su un abisso. È un onore essere considerati da un nemico una persona leale, perché io sono dalla parte dell’Occidente e non ho paura di essere attaccato”.
Poi, Orsini punta il dito contro il parlamentare del Pd Andrea Romano. Il professore vorrebbe querelarlo per essere stato definito il “pifferaio di Putin”. Ma l’immunità parlamentare offre a Romano uno scudo contro qualsiasi azione legale. Per questo Orsini lo sfida apertamente chiedendogli di rinunciare a questo privilegio per spiegare le sue ragioni in tribunale.
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