Pier Luigi Bersani non ha creduto neanche per un secondo alla presunta svolta conservatrice e governista compiuta da Giorgia Meloni. Durante lo scorso fine settimana la leader di Fratelli d’Italia si è di fatto candidata alla guida del Paese dopo le prossime elezioni politiche in programma nella prossima primavera. Ma le sue dichiarazioni non convincono affatto Bersani che, ospite di In Onda su La7, smaschera quelle che secondo lui sono le vere intenzioni della pasionaria sovranista.
Concita De Gregorio osserva con malizia che la sinistra ormai viene votata nei centri storici dai ceti più abbienti, mentre la destra fa proseliti nelle periferie. “È certo che la sinistra ha un problema. – Ammette subito Bersani – Però suggerirei alla Meloni di non esagerare perché ho sentito dire che fa una ‘cosa nuova’. Io sono in Parlamento e vedo le cose nuove, le loro proposte. Togliere il reddito di cittadinanza per finanziare le spese militari. Evasione fiscale non se ne parla. No alla revisione del catasto neanche a morire. No alla legge Zan. No al fine vita. I tamponi li deve fare solo la corporazione dei farmacisti. Un farmacista laureato più di loro che lavora in una parafarmacia non può farli anche se ci sono le code”.
“Queste cosucce qua. – Bersani attacca a testa bassa la Meloni – Che poi se vuole fare il capo del governo dovrà giurare sulla Costituzione. Sarebbe anche simpatico festeggiare il 5 aprile ogni tanto, perché la Costituzione nasce lì. Partito nuovo? Questo è un restyling di una destra che abbiamo sempre conosciuto politicamente”.
“Una destra tendenzialmente corporativa. – affonda ancora il colpo Bersani – tendenzialmente demagogica e più o meno, modernizzata, sull’asse dio-patria-famiglia. Alla fine siamo lì. Che poi piaccia agli italiani a me dispiace, perché evidentemente in questo momento è in uno stato di grazia. Ma dopo le domeniche vengono i lunedì”, conclude con una ‘bersanata’ l’ex segretario del Pd.
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