Giuseppe Conte ribadisce la contrarietà del M5S all’invio di armi sempre più pesanti all’Ucraina. Sono giorni che il leader pentastellato invoca la presenza del presidente del Consiglio Mario Draghi in Parlamento per illustrare la linea politica del governo sulla guerra. Intanto, il ministro della Difesa Vincenzo Guerini, in audizione nelle commissioni Difesa di Camera e Senato sugli sviluppi della situazione in Ucraina, parla di “dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni russe”. Dichiarazioni che provocano la reazione stizzita di Conte, ospite del talk show di Rete 4 Dritto e Rovescio.
Secondo Guerini “non c’è un vero negoziato che possa partire senza un reale cessate il fuoco. Per ora, è possibile, e in parte sta già avvenendo, che il conflitto si intensifichi ulteriormente nei prossimi giorni. Stante il presumibile obiettivo di conseguire, da parte russa, risultati tangibili entro la data simbolica del 9 maggio. L’impegno italiano continuerà a supportare l’Ucraina nella sua difesa dall’aggressione russa anche con dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile”, sottolinea il ministro della Difesa.
Ma è proprio questo passaggio a scatenare la reazione di Conte. “Quella espressione appena l’ho letta dalle agenzie mi ha molto preoccupato. – dichiara a Dritto e Rovescio il leader pentastellato – Vorrei dare atto che Guerini l’ha in parte corretta. Perché presa così come è stata diffusa è preoccupante. Perché significa che siamo disponibili a distruggere postazioni russe in territorio russo. Ma devo dare atto a Guerini che ha fatto una precisazione che io ritengo doverosa”.
“Questo rende veramente necessario e urgente quello che stiamo invocando da giorni. – puntualizza Conte – E cioè che il premier Draghi in particolare, oltre che il ministro della Difesa, vengano in Parlamento in modo chiaro. Si confrontino davanti alle aule parlamentari, dove ci sono i rappresentanti del popolo che esercitano il potere di controllo e di indirizzo. Noi abbiamo bisogno di avere un indirizzo politico. Si parla molto di armi. È chiaro che noi siamo contrari come M5S all’invio di armi sempre più letali e offensive”, conclude.
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