È un Matteo Renzi scatenato quello che si presenta nello studio de L’aria che tira per una lunga intervista con Myrta Merlino. Elemento centrale del dibattito è naturalmente la guerra in Ucraina. Renzi non ha alcun dubbio nello schierarsi dalla parte degli ucraini e degli americani che li stanno aiutando insieme alla coalizione occidentale. Poi il leader di Italia Viva comincia a dare le pagelle ai suoi avversari politici interni. E per Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono dolori.
La prima ‘vittima’ dell’ex premier è Giuseppe Conte. “Quest’idea che prima di andare dal presidente degli Stati Uniti si debba andare in Parlamento è un po’ provinciale. – dichiara Renzi riferito al leader M5S – Quando Conte è andato da Trump, prima è andato in Parlamento? No. Certo che Draghi deve andare in Parlamento ma non prima di andare da Biden. C’è la Costituzione e iniziamo a rispettarla. Ho l’impressione che Conte abbia la faccia di bronzo sull’invio delle armi. Come fa a fare il pacifista? Lui è la medaglia d’oro delle facce di bronzo”.
Poi arriva il turno di Di Maio. “Sono molto felice, me la godo. – esclama Matteo Renzi – Di Maio diceva nel 2018 che Draghi avvelenava il clima e oggi è il suo Ministro degli Esteri. Lui è quello che voleva la messa in stato d’accusa di Mattarella e oggi ha lavorato per il bis. È quello che diceva che il Tap non l’avrebbero mai fatto e oggi lo vuole raddoppiare. Chi ha un’idea politica non la cambia se è solido. Draghi dice che Di Maio è migliorato? Peggiorare era impossibile”.
Alla fine tocca pure al segretario leghista. “Salvini ora dice che è contro le armi. Io me lo ricordo quando voleva armare anche i benzinai. – ironizza Renzi – A un certo punto c’era una roba che Salvini era per libera arma in libero Stato. Non sono in grado di fare previsioni sui tempi della pace. Sarei un superficiale e credo che in politica estera di superficiali ne abbiamo già troppi. Noi siamo orgogliosamente dalla parte dell’America. Siamo convintamente dalla parte dell’Europa. Ma è un momento di schizofrenia. Sei mesi fa la Polonia doveva essere buttata fuori dall’Europa e il mondo era innamorato di Greta Thunberg. Oggi abbiamo la Polonia che dà la linea all’Europa e il mondo che parla di nucleare e di carbone. Diamoci una regolata, evitiamo di seguire le onde del momento. Cerchiamo di fare quelli solidi in politica”, conclude.
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