Acque agitate nel governo Draghi sul tema dell’invio di altre armi all’Ucraina. Da qualche giorno il leader del M5S, Giuseppe Conte, si è messo di traverso, pretendendo un voto in Parlamento prima che il premier prenda qualsiasi decisione in questo senso. Linea fino ad ora respinta al mittente dal Pd. Ma adesso anche il segretario Enrico Letta, ospite di Piazzapulita subito dopo Conte, apre all’ipotesi di una discussione parlamentare.
“Il governo non ha un mandato politico? Noi pensiamo che ci sia stato un voto in Parlamento, all’inizio di un percorso, chiaro, netto e che ha trovato un consenso largo. – premette Letta a Piazzapulita – Stop alle armi dopo il terzo decreto? Noi ne discuteremo in Parlamento giovedì prossimo quando verrà il presidente Draghi. Lo ascolteremo in Parlamento, che è il luogo naturale del dibattito e della presa di decisioni, e decideremo i passaggi successivi. Mi sento di dire che decideremo insieme, come maggioranza, come governo, e insieme ai nostri alleati europei”, sottolinea però subito dopo avvicinandosi alle posizioni espresse da Conte.
Secondo Letta lo scenario della guerra non è cambiato come afferma il leader M5S. “È lo stesso di due mesi fa. – spiega Letta – Gli ucraini continuano ad essere oggetto di un’invasione e la comunità internazionale è impegnata a trovare una soluzione. Come ha detto Draghi a Washington noi siamo impegnati in un percorso di pace che esiste perché l’Ucraina ha resistito e lo ha fatto grazie al sostegno europeo. Noi andiamo in Parlamento al dibattito con il premier Draghi con questo spirito”.
“L’unica cosa che dobbiamo evitare è quella di interpretare un cambiamento come legato a noi stessi. – avverte il segretario Dem – Siccome ci siamo stancati della guerra allora cambiamo atteggiamento. Ma i cambiamenti sono quelli che avvengono lì. Avvengono rispetto ai morti. Alla distruzione che è ancora in corso. Io vorrei discutere di questo e non di una nostra stanchezza. Considero la scelta che stiamo facendo ora con le amministrative e che faremo alle prossime elezioni politiche. Questa crisi sta mettendo in confusione la bussola di tutti. E questo riguarda tutto il sistema. Ma io sono convinto non solo che quest’alleanza reggerà ma che sia positiva per il Paese”, conclude.
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