Momenti di forte tensione durante il processo Open Arms che si sta tenendo a Palermo. Il principale imputato è Matteo Salvini. Il leader della Lega è accusato del reato di sequestro di persona per aver impedito lo sbarco di migranti dall’imbarcazione della ong spagnola. Nel corso dell’udienza tenuta il 13 maggio, l’avvocato dell’ex ministro dell’Interno, Giulia Bongiorno, si scontra duramente con il pm Geri Ferrara. Tensione che costringe il presidente del tribunale, Roberto Murgia, ad interrompere per dieci minuti l’udienza.
Lo scontro nel tribunale di Palermo si accende durante la deposizione Fabrizio Mancini, direttore del Servizio Immigrazione del ministero dell’Interno. Protagonisti del tesissimo botta e risposta, come già accennato, sono il legale di Salvini, Giulia Bongiorno, e il pubblico ministero Geri Ferrara. Il pm contesta alcune dichiarazioni rese dal funzionario. Ma a quel punto interviene la Bongiorno accusando il magistrato di essere troppo “aggressivo”. Tra i due volano gli stracci. E a quel punto il presidente Murgia non può fare altro che ordinare una breve sospensione del processo per calmare gli animi.
Secondo non meglio precisate fonti della Lega, riportate dalla Adnkronos, “il pm interrompe ancora il testimone Fabrizio Mancini, peraltro chiamato dall’accusa, e suscita ancora la reazione dell’avvocato Giulia Bongiorno. Mancini aveva appena finito di argomentare che alcune ong ‘andavano fuori dalle regole’”.
“Il direttore del Servizio Immigrazione presso la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere del Viminale – prosegue la fonte del Carroccio – aveva appena spiegato che le ong avevano messo in piedi ‘un sistema alternativo a quello ufficiale, molte volte non dandone nemmeno comunicazione alle autorità’”. I leghisti ritengono dunque le parole di Mancini “particolarmente significative”.
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