Beppe Grillo nei suoi lunghi anni di carriera, di comico prima e di politico poi, ha attaccato più volte sia gli Usa che la Nato. Anche lo scorso 26 aprile, il fondatore del M5S aveva pubblicato sul suo blog un post sulla guerra tra Russia e Ucraina. Un messaggio di stampo pacifista contro l’aumento delle spese militari. Oggi, invece, Grillo decide di ospitare sul suo blog l’intervento di Torquato Cardilli. L’ex ambasciatore in Albania, Tanzania, Arabia Saudita e Angola dimostra di avere il dente avvelenato contro il comportamento tenuto dai governi repubblicani italiani nei confronti dell’alleato americano.
“Non si capisce perché i nostri governi accettino il sopruso, senza una forte reazione politica, di vedere il cittadino Chico Forti condannato nel 2000 a vita per omicidio, da una Corte americana prevenuta come fu nel caso degli innocenti Sacco e Vanzetti”, denuncia l’ex ambasciatore Cardilli sul blog di Grillo.
“I nostri presidenti della Repubblica, presidenti del Consiglio, ministri degli Esteri, in centinaia di contatti personali in 20 anni con gli omologhi americani, sono stati incapaci di pretendere tra alleati corretti il provvedimento di grazia presidenziale, accontentandosi di frasi di circostanza e della solita pacca sulla spalla. – prosegue il post del diplomatico – Al contrario il nostro presidente della Repubblica è scattato sull’attenti più d’una volta di fronte alla richiesta di concedere la grazia a vari cittadini americani condannati da tribunali italiani con sentenza passata in giudicato”.
“Ma c’è di più. – attacca ancora lo scatenato Cardilli – Soffriamo ancora, dopo 77 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, di una condizione di vassallaggio. Concediamo in saecula saeculorum l’immunità dalla giustizia penale italiana ai militari americani operanti nelle basi in Italia (Aviano, Ghedi Napoli, Livorno, Sigonella, Pordenone, Gaeta, San Vito, Vicenza ecc.). Così, ad esempio, per la tragedia della funivia del Cermis i militari responsabili sono stati lasciati liberi di rientrare nel loro paese, mentre le vittime italiane di quella strage ancora attendono giustizia”, conclude l’ex ambasciatore.
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