La guerra in Ucraina che dura ormai da quasi tre mesi non sta solo costando un prezzo di vite altissime agli ucraini, ma anche ai soldati russi. Il blocco delle esportazioni di grano dal Paese che è uno dei più grandi esportatori al mondo di questo prodotto rischia infatti di provocare una drammatica crisi alimentare, soprattutto nei Paesi più poveri di Africa e Asia. A lanciare l’allarme è l’Unicef, il Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia, per bocca del direttore esecutivo Catherine Russell.
“Anche prima che la guerra in Ucraina mettesse a dura prova la sicurezza alimentare in tutto il mondo, i conflitti, gli shock climatici e il Covid-19 stavano già devastando la capacità delle famiglie di nutrire i propri figli. – afferma il direttore esecutivo dell’Unicef, Catherine Russell – Il mondo sta rapidamente diventando un deposito virtuale di morti infantili prevenibili e di bambini che soffrono di deperimento”, spiega la funzionaria.
In pratica, spiega l’Unicef, il blocco delle esportazioni di grano ucraino sta provocando nel mondo un aumento vertiginoso dei prezzi di questa materia prima. La conseguenza per i Paesi più poveri è l’aumento della malnutrizione infantile. Ad aumentare sarà anche il prezzo dei cosiddetti ‘alimenti terapeutici pronti per il consumo. Si tratta di una pasta ad alto contenuto nutritivo confezionata in piccoli sacchetti che, secondo l’Unicef, aumenterà del 16% nei prossimi sei mesi.
A farne le spese, spiega l’agenzia dell’Onu, saranno circa 600mila bambini. “Per milioni di bambini ogni anno queste bustine di pasta terapeutica fanno la differenza tra la vita e la morte”, dichiara la Russell. Ma a rischiare la malnutrizione e il deperimento saranno secondo le stime circa 45 milioni di bambini sotto i cinque anni.
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