Rula Jebreal contro tutti sulla guerra in Ucraina. Stavolta la giornalista, ospite di Myrta Merlino a L’aria che tira, se la prende addirittura con tutta l’Italia, soprattutto con i giornalisti. Già nei giorni scorsi la Jebreal aveva polemizzato duramente prima con Michele Santoro e poi con Massimo Giletti, accusando i colleghi di sostenere una posizione troppo ‘morbida’ contro la Russia e di dare troppo spazio in tv ai propagandisti di Mosca
“L’Italia è l’unico Paese che ospita propagandisti russi. L’unico Paese”, risponde decisa Rula Jebreal alla domanda della Merlino che le chiede perché ritenga sbagliato invitare ospiti filo russi nei talk show televisivi. “I nostri colleghi nel mondo della stampa occidentale sono meno democratici di noi? – si domanda polemicamente la giornalista – Sono meno bravi di noi? Sono meno attenti alle opinioni diverse? No. Però i nostri colleghi nel mondo (non danno spazio) soprattutto ai russi sanzionati e ai propagandisti ufficiali di Putin come Solovyev”.
“Putin questa guerra non l’ha cominciata con le bombe, ma con la propaganda e con la corruzione. – Rula Jebreal accusa il presidente russo – Guardiamo cosa sta accadendo. Prima di iniziare qualsiasi guerra si parte con l’operazione di demonizzare il nemico, Quando è partita questa guerra i nostri colleghi italiani hanno invitato sia i russi che gli ucraini ai dibattiti. Ieri sera c’era l’ambasciatore russo che negava la strage di Bucha. Diceva che questo massacro non fosse mai accaduto e che sia tutto fabbricato”, attacc ancora la giornalista facendo riferimento all’ospitata della sera precedente dell’ambasciatore russo nella trasmissione di Rete 4 Dritto e Rovescio.
Poi la conduttrice le domanda un’opinione sulla posizione ‘pacifista’ presa dal collega Michele Santoro. “Se Michele Santoro non è ‘mainstream’ allora noi siamo tutti clandestini. – Rula Jebreal non si tira certo indietro – Mi stupisce davvero questa sua posizione. I propagandisti russi stanno conducendo un’operazione scientifica di infiltrazione, disseminando disinformazione, confondendo l’opinione pubblica e destabilizzando la democrazia. Ha il diritto di dire che non è d’accordo ma ci sono i fatti, c’è una responsabilità. Vedo tante persone che fanno fatica a puntare il dito contro Putin che sta portando a un genocidio, non si fermerà”, conclude.
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