Francesco Borgonovo nuovamente protagonista di un duro scontro tv. Il vicedirettore del quotidiano La Verità è collegato con lo studio de L’aria che tira durante l’ultima puntata del talk show condotto da Myrta Merlino. Insieme a lui ci sono anche il senatore del Pd Tommaso Cerno e la direttrice dell’Istituto di Affari internazionali, Nathalie Tocci. Ma è con quest’ultima che Borgonovo battibecca senza fare sconti. Lei alla fine perde la pazienza e lo bacchetta così.
“Quando parliamo di vittime civili, in realtà non stiamo parlando di un effetto collaterale di una guerra qualunque. – spiega Nathalie Tocci – Quando parliamo di loro, così come quando parliamo delle deportazioni, parliamo in realtà non delle conseguenze di una guerra, ma delle cause della stessa. Questa è una guerra imperiale dettata da un’ideologia che è un miscuglio osceno che forma un nazismo sovietico clericale. Vediamo questo tentativo di punire la popolazione attraverso tutti questi mezzi che ci parla della causa stessa della guerra”.
“Tutte queste sono zone dove la popolazione è preminentemente russofona. – prosegue la Tocci – Quindi punire la popolazione che doveva essere un unicum con la Russia e che però non si comporta come tale. Queste sono le cause profonde della guerra. Smettiamola con queste scemenze sull’allargamento della Nato. Non c’entra nulla. Altre popolazioni, come svedesi e finlandesi, hanno paura che hanno avuto per anni gli ucraini, per questo vogliono entrare nella Nato. C’è una differenza abissale tra democrazie e autocrazie che si chiama vergogna. Noi ci indigniamo quando le democrazie liberali commettono atrocità”.
“Quando invece in Russia si scopre la strage di Bucha ci sono onorificenze”, alza ancora il tono Nathalie Tocci. Ma a quel punto la Merlino nota Borgonovo che sogghigna e gli dà la parola. “E poi che succede quando ci indigniamo?”, incalza il giornalista che spiega come, secondo lui, anche in Italia sia in atto una sorta di censura di guerra contro chi va contro il pensiero dominante. “Ci stiamo avvicinando ad un modello, quello russo, che non è autocratico, ma ha delle colorazioni totalitarie. Anche in Italia vengono vietate le manifestazioni di piazza”, denuncia Francesco Borgonovo. “Queste sono sciocchezze, lei si commenta da solo”, replica piccata la sua interlocutrice per chiudere il discorso.
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