Oltre a provocare un putiferio politico e mediatico, il super attivismo pro Russia di Matteo Salvini potrebbe aver messo in allarme anche i servizi segreti. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) chiede infatti al sottosegretario Franco Gabrielli una relazione sulla vicenda degli incontri tra il leader della Lega e l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov. Intanto, Salvini prova a giustificarsi. Ma forse è troppo tardi per mettere fine alle polemiche. E alle indagini dei servizi segreti.
Intanto, Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza, dichiara che “simili iniziative dovrebbero essere prese a livello di leader di governo, non di leader di partito”. E proprio a Gabrielli, come appena accennato, si rivolge il Copasir inviandogli un’informativa allo scopo di cercare di capire che tipo di informazioni sarebbero state condivise da Salvini negli incontri con l’ambasciatore russo
Secondo quanto confidato al quotidiano Repubblica da alcuni non meglio precisati membri del Copasir, “per esempio in quelle occasioni sono state rivelate informazioni classificate? Capuano non è un pubblico ufficiale, e non è nemmeno un collaboratore dei Servizi da quello che ci risulta. A che titolo era lì? A quali informazioni ha avuto accesso?”, si chiedono quelli del Comitato.
“Non chiedo medaglie, ma neanche processi sommari. – prova a giustificarsi intanto Salvini – Io non mi voglio sostituire a nessuno, voglio solo essere utile alla pace. Risparmino tempo, la mia convocazione (al Copasir ndr) è inutile. Salvini ha dialogato con l’ambasciatore russo, non una, ma più volte, in trasparenza – parla di sé in terza persona – Ho incontrato l’ambasciatore turco, cinese, l’ambasciatore ucraino. Tutto alla luce del sole. Qual è il compito di un politico? Provare a risolvere un problema, portare il suo mattoncino sulla casa della pace”.
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