Matteo Salvini protagonista dell’ultima puntata di Dritto e Rovescio. Il leader della Lega risponde alle domande del conduttore Paolo Del Debbio sulla sua posizione ‘pacifista’ assunta rispetto alla guerra in Ucraina. E si difende dalle numerose critiche ricevute per aver annunciato il suo possibile viaggio a Mosca e aver incontrato l’ambasciatore russo a Roma.
“Non pensavo che parlare di pace comportasse tutte queste critiche. – dichiara Salvini a Dritto e Rovescio – Poi la pace si lega alle bollette e al lavoro degli italiani. Il mio compito è portare russi e ucraini al tavolo. E se devo portare al tavolo i russi, con chi cacchio devo parlare se non con i russi? Io vorrei sapere da Letta, Renzi, la Fornero e Saviano che mi hanno attaccato, voi cosa state facendo per la pace? Io ci metto la mia faccia, bella o brutta che sia. Voi che criticate stando comodi seduti a casa, che cavolo state facendo per trovare la pace?”,
“Io voglio la pace, lavoro per la pace. – ribadisce il leader leghista – Non ci dormo per capire come riavvicinare Russia e Ucraina. Vado dagli ambasciatore cinese, turco, francese, americano. E vado anche all’ambasciata russa perché ritengo che fare la guerra mondiale contro la Russia sia un suicidio. Ma Letta, Renzi, Fornero e Saviano ridono. Vadano avanti loro. Io continuo a coltivare la speranza che i nostri figli non crescano in una nuova guerra fredda. Perché qualcuno sta dicendo che andremo avanti anni e anni contro la Russia e la Cina”.
“Se Biden non si impegna per giungere alla pace in Ucraina, chi ci riesce? L’Europa fa ridere, l’Onu boh”, domanda Del Debbio al suo ospite. “Lascia perdere. – replica deciso Salvini – Non ci sono ‘gli americani’. Anche a Washington il dibattito è aperto se la soluzione sia mandare razzi e missili o costringere al dialogo. Se invece di Biden ci fosse Trump non penso che saremmo arrivati in questa situazione. Perché Trump è riuscito a portare pace in Medioriente e a riportare il dialogo persino con la Corea del Nord. Quando vincono i Repubblicani viviamo anni di pace, quando vincono i democratici partono le bombe”, conclude.
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