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Giornalista ucraino a Lavrov: “Cosa vende Mosca oltre al grano ucraino rubato?”

Inaspettato e imbarazzante siparietto quello andato in scena ad Ankara, in Turchia, durante la conferenza stampa seguita all’incontro tra il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu, per discutere dello sblocco del grano ucraino. Il faccia a faccia alla fine si è risolto con un nulla di fatto. Ma a fare notizia è stata l’iniziativa di un giornalista ucraino che ha posto a Lavrov una domanda spinosa. La reazione del fedelissimo di Vladimir Putin è stata comunque gelida.

La domanda del giornalista ucraino imbarazza Lavrov

“Quali altri beni rubati all’Ucraina, oltre al grano, state vendendo sul mercato?”, domanda a Lavrov ad un certo punto della conferenza stampa il giornalista ucraino Muslim Umerov. Un affronto vero e proprio, non solo nei confronti del diplomatico moscovita, ma di tutto il Cremlino. Lavorv però, dopo qualche secondo di silenzio, non si è scomposto. “Rispondo con educazione a chi mi pone domande con educazione. – questa la sua replica – Riguardo al grano, non c’è alcun ostacolo o problema causato dalla Federazione russa. Zelensky deve semplicemente dare istruzioni affinché i porti ucraini diventino sicuri”.

Poco prima, lo stesso Lavrov aveva specificato che l’incontro tra Putin e Zelensky sarà possibile soltanto dopo la ripresa dei negoziati. “Partiamo dal fatto che all’inizio è necessario che le squadre negoziali riprendano a lavorare – dichiara il ministro russo al termine dell’incontro con Cavusoglu – La palla è stata dalla parte degli ucraini per quasi due mesi, da metà aprile, quando hanno cambiato l’approccio delineato a Istanbul, che eravamo pronti ad accettare come base. Gli abbiamo presentato una bozza di accordo a metà aprile, ma da allora non abbiamo ricevuto alcun riscontro”.

“Riguardo la ripresa dei negoziati, pensiamo che ci sia una atmosfera molto più positiva. – questa invece l’opinione del ministro degli Esteri turco Cavusoglu – La Turchia è anche pronta a ospitare un incontro. Credo in una soluzione che termini con un cessate il fuoco”.

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