Enrico Letta ospite dell’ultima puntata di Dimartedì. Il segretario del Pd rilascia una lunga intervista al conduttore Giovanni Floris. Naturalmente la sua attenzione è concentrata sugli avversari storici di centrodestra, in particolar modo sui leader sovranisti Matteo Salvini della Lega e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Ebbene, secondo Letta, se uno di loro due dovesse diventare premier, sarebbe un “problema enorme” per l’Italia.
“Se ci ritroviamo Salvini o Meloni premier sarebbe un problema enorme per il Paese, quindi la mia responsabilità è quella di costruire un’alleanza che tenga”, parte subito inquarta Enrico Letta. Del comizio ‘sovranista’ di Giorgia Meloni, poi, dice di pensare “tutto il male possibile” perché non condivide nulla di quello che ha detto “dai toni ai contenuti. E le contrapposizioni. La lobby Lgbt? In un Paese come il nostro in cui mancano i diritti parla di lobby”. A quel punto interviene il conduttore che commenta divertito: “Sembra un discorso di Kirill (il patriarca della Chiesa ortodossa russa ndr).
“Anche in America Repubblicani e Democratici la pensano allo stesso modo”, aggiunge poi Letta per giustificare la posizione del Pd sulla guerra in Ucraina, identica a quella di Fratelli d’Italia. “I grandi partiti di destra e di sinistra devono fare l’interesse del Paese”, afferma sottolineando che la convergenza bipartisan di Pd e Fdi sulle armi è un “elemento positivo”. Poi il discorso vira sulle future alleanze di centrosinistra.
“Come mettere insieme Calenda, Conte, Renzi e il Pd? – Leta risponde a una domanda di Floris – Ho diversi difetti ma un pregio. Quello della pazienza. Credo che con pazienza questo lavoro si farà. Intanto in alcune parti del Paese è già avvenuto. A Verona abbiamo sovvertito ogni pronostico e il nostro candidato Damiano Tommasi si gioca la partita con grandi speranze, siamo riusciti a mettere tutti insieme. Non è impossibile. Lo dico ai nostri potenziali alleati: il problema è che non dobbiamo stare lì con l’idea di mettere il veto uno sull’altro. Quando vedrò nelle prossime settimane Conte e Calenda, quando lavoreremo a costruire questo programma comune, dirò loro che mi devono spiegare la ragione perché quell’altro è il nemico assoluto”, conclude.
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