Mario Draghi a Kiev insieme a Emmanuel Macron e Olaf Scholz. Una visita storica quella compiuta dei tre leader europei nella capitale dell’Ucraina per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky. Draghi tiene anche una conferenza stampa di fronte ai tanti giornalisti italiani che lo hanno seguito nella sua missione. E coglie l’occasione per lanciare gravi accuse contro la Russia di Vladimir Putin che direbbe “bugie” su gas e grano.
“Devono essere gli ucraini a decidere cosa va bene per l’Ucraina. – mette subito in chiaro Draghi – Una pace forzata, ammesso che sia possibile, è solo generatrice di nuovi conflitti. Non credo sia comunque possibile e realistica oggi. Quando chiamai Putin per chiedergli della pace mi disse ‘non è il momento’. E così per il cessate il fuoco. Gli ho chiesto se si potesse incontrare con Zelensky, ma mi ribadì che il momento non era maturo”, rivela.
“Viene detto che i motivi del taglio delle forniture di gas siano tecnici e legati alle sanzioni. – spiega poi Mario Draghi – Per noi, come per la Germania, sono bugie. Da Mosca c’è un uso politico del gas e del grano. Noi siamo tranquilli, nell’immediato e per l’inverno, ma a questi prezzi gli stoccaggi diventano più difficili. Le forniture sono diminuite, l’Europa è in difficoltà e la Russia incassa come prima. È una strategia che va combattuta. In questo contesto acquista più forza la richiesta dell’Italia a un tetto al prezzo del gas”.
“Io sono molto soddisfatto di come è andata questa riunione. – prosegue il premier italiano – Abbiamo dimostrato una tale unità nel sostegno all’Ucraina, siamo riusciti ad avere una posizione comune per avere l’Ucraina Paese candidato nell’immediato. Ma nel Consiglio europeo decidiamo all’unanimità e ci sono tanti paesi con opinioni diverse, vedremo. Non siamo in condizione di promettere che questo sarà l’esito, abbiamo detto Zelensky che questa sarà la nostra posizione e credetemi non è poco. Non ci sono state richieste di Zelensky di nuove armi, ha descritto la situazione qual è, situazione che sta diventando critica perché le vecchie armi munizioni iniziano a scarseggiare mentre per le nuove armi c’è bisogno di addestramento. I Paesi della Nato forniscono addestramento ma richiede tempo”, conclude Draghi.
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