Quello di Federico Carboni, al quale all’inizio era stato dato solo il nome di fantasia ‘Mario’, è il primo caso di suicidio medicalmente assistito compiuto in maniera legale in Italia. Uno storico passo avanti per tutte quelle persone che vorrebbero scegliere volontariamente di mettere fine ad una esistenza fatta solo di sofferenze. Ma questo non basta a Emma Bonino. La storica esponente radicale e di Più Europa vorrebbe una legge più completa su questa materia. Per questo punta il dito contro la “latitanza” della politica.
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“La latitanza della politica sul suicidio assistito mostra che i legislatori hanno perso la testa, hanno perso la pietà e la compassione. – attacca Emma Bonino intervistata da Repubblica – E la destra la smetta di usare strumentalmente questi temi. L’ho scritto nel mio testamento biologico e anche dal notaio, se mi ritrovo a vivere come una zucchina, per favore lasciatemi andare”.
“A chi grida contro l’eutanasia dico che non volerlo fare non implica automaticamente che altri non possano e non debbano farlo. – prosegue Emma Bonino – Si chiama libertà di scelta. Nel caso di Mario, è il primo italiano ad aver chiesto e ottenuto l’accesso al suicidio medicalmente assistito, perché reso legale dalla sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019 sul caso Cappato-Antoniani. Federico Carboni, ‘Mario’, immobile da 12 anni a causa di un incidente stradale, l’ha scelto volontariamente, trovandosi nelle condizioni molto restrittive definite dalla Consulta”.
“In Italia le questioni dei diritti e delle libertà non trovano mai spazio. – ricorda la Bonino – Non è il momento perché c’è un’emergenza o l’altra da affrontare. Da Englaro e Welby a Dj Fabo sono quarant’anni che se ne parla. Ma il dolore e la sofferenza non aspettano. Questo atteggiamento mostra che i legislatori non hanno testa. Non hanno pietà, né compassione. La destra poi la smetta di usare strumentalmente questi temi. E la lontananza dall’Europa aumenta. Penso che la vera sconfitta per Mario e i suoi familiari sarebbe stata continuare a soffrire”, conclude.
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