Per il momento Luigi Di Maio resta nel M5S. Ma non sono affatto esclusi colpi di scena nelle prossime ore. È questo l’esito della lunga riunione notturna tenuta dai vertici del M5S per discutere della mozione contro l’invio di armi all’Ucraina che il Movimento dovrà presentare martedì prossimo in Parlamento al premier Mario Draghi. Il ministro degli Esteri ormai è considerato un draghiano al 100%, mentre l’ala contiana del Movimento vorrebbe imporre una svolta alla politica del governo sull’invio di altre armi. Uno scontro all’ultimo sangue, quello tra Conte e Di Maio, che si risolverà solo con una separazione.
Secondo quanto trapela al termine della riunione del M5S, il leader Giuseppe Conte si sarebbe detto rammaricato dall’atteggiamento di Luigi Di Maio. Ma, almeno per il momento, l’espulsione del ministro degli Esteri resta congelata. Durante il vertice è stata comunque ribadita la linea ufficiale del Movimento sulla risoluzione da presentare martedì in Senato durante le comunicazioni di Draghi, in partenza poi per il Consiglio europeo di Bruxelles.
Durante le quattro ore di riunione notturna, Conte avrebbe anche assunto il ruolo di mediatore tra l’ala più dura dei suoi fedelissimi, decisi a cacciare subito Di Maio, e i supporters del ministro degli Esteri, contrari a discostarsi anche solo di un millimetro dalla linea di Draghi sull’Ucraina. In ogni caso, l’intenzione dichiarata del M5S non è quella di far cadere il governo attraverso la risoluzione sulle armi, ma solo di ribadire la centralità del Parlamento su questo tipo di decisioni.
“La linea euroatlantica non è mai stata messa in discussione”, fa sapere qualche fedelissimo di Conte. Ipotesi che aveva fatto saltare sulla poltrona Di Maio che aveva tuonato: “Ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue. E se ci disallineiamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia”.
Potrebbe interessarti anche: M5S, Conte sfida Di Maio: “Se vuoi farti un partito diccelo”