Anche Lucio Caracciolo comincia a perdere ottimismo sull’esito della guerra in Ucraina e sull’efficacia delle sanzioni applicate dall’Occidente alla Russia di Vladimir Putin. Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, il direttore della rivista Limes avverte che il vero scopo del presidente russo è quello di “rovesciare l’ordine mondiale”. Poi punta il dito contro il premier italiano Mario Draghi, convinto che le sanzioni siano efficaci, mentre invece a suo giudizio si sarebbero rivelate “fallimentari”.
“Da noi si continua a parlare per slogan, ci raccontiamo favolette. – si lamenta Lucio Caracciolo con la Gruber – La situazione è drammatica e va raccontata per quella che è. Mi capita spesso di incontrare dirigenti d’azienda o istituzionali che dicono ‘se raccontiamo le cose come stanno la gente si deprime e le cose peggiorano’. Non funziona così. È in corso una sorta di guerra economica mondiale che sta travolgendo moneta e finanza. Putin lo ha ammesso chiaro chiaro: lo scopo del conflitto è rovesciare l’ordine mondiale, compreso il predominio del dollaro. Siamo dentro un percorso gigantesco e bisognerebbe dirlo”, ammonisce.
“Le sanzioni sono fallimentari. – accusa Caracciolo – Facciamo un bilancio. A cosa dovevano servire? A far cambiare atteggiamento ai russi, a farli diventare più ragionevoli. Ma era prevedibile che non accadesse: preparavano la guerra da anni. E poi nemmeno erano sanzioni, ma minacce di sanzioni, quindi poco credibili”. La conduttrice di Otto e mezzo gli fa notare allora che il premier Mario Draghi si è detto convinto dell’efficacia delle sanzioni.
“Se lui ci crede, non voglio togliergli questa speranza però io non la vede. – risponde ironicamente il suo ospite – Le sanzioni avevano anche una ragione nascosta cioè far finta che l’Occidente fosse d’accordo. Erano un compromesso tra gli interventisti e chi non voleva far nulla. Siccome la guerra e l’indifferenza non erano possibili, si è scelta questa strada. Ma fatte in questo modo sono state deleterie e hanno dimostrato che siamo divisi. A un certo punto l’Ucraina ci chiederà il gas oltre le armi e noi cosa risponderemo? Questa guerra finisce sul terreno, non attraverso iniziative diplomatiche estemporanee. E temo che dobbiamo continuare a dare armi, soldi e forse soldati affinché Kiev riporti qualche successo”, conclude Lucio Caracciolo.
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